Un ricordo di Giosi Archetti

Un ricordo di Giosi Archetti

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Un ricordo di Giosi Archetti
Dal territorio

21 giugno 2023

«Sono tanti anni che facciamo le Giornate FAI di Primavera, ci sono molti stranieri che vivono qui ma non si vedono durante le aperture».

Giosi era una persona pratica, una laurea in fisica e una delle prime donne impegnate in progetti di informatica. Torinese, ha trascorso la sua vita a Brescia dove è stata per anni un’attivissima Capo Delegazione FAI. Si è spenta nella sua adorata città il 14 giugno 2023.

Lungimirante, generosa e visionaria, da sempre sensibile al bello e alla cultura è stata una convinta sostenitrice dell’importanza dello studio per tutti: sono diverse le borse di studio che ha erogato nel corso della sua vita, per sostenere il diritto all’istruzione di giovani meritevoli.

Nel 2007, insieme ad Annamaria Morando, ha fondato l’Associazione Amici del FAI, di cui è stata storica Presidente fino al 2019. «Sono tanti anni che facciamo le GFP, ci sono molti stranieri che vivono qui ma non si vedono durante le aperture» – era questo ciò che aveva spinto Giosi con la Delegazione FAI di Brescia a rivolgersi prima al Comune e poi, in collaborazione con il Centro Migranti di Brescia, a organizzare le prime Giornate FAI in lingue straniere: bangla, ucraino, arabo, wolof oltre a inglese e francese.

L’esperimento ebbe grande successo e fu molto partecipato: l’assenza delle persone di origine straniera, quindi, non era mancanza di interesse, ma mancanza di un’offerta specifica. Da lì la conferma della sua intuizione e l’avvio del primo corso sulla storia e l’arte bresciane, dedicato a persone di origine straniera, fino alla nascita, nel 2010, di “Arte, un ponte tra culture”, un progetto volto a formare “mediatori artistico culturali”, ovvero persone di diverse provenienze che potessero essere formate sul patrimonio artistico culturale locale, così da raccontarlo ai propri amici, parenti e alle proprie comunità d’origine sul territorio.

«Giosi credeva nell’arte come linguaggio universale, da conoscere e reinterpretare in base ai propri codici culturali di riferimento. Amava ripetere che la conoscenza del nostro patrimonio artistico poteva contribuire a fare crescere l’amore verso il luogo in cui si vive e favorire il dialogo tra persone», ricorda Elena Modonesi, esperta di tematiche migratorie e collaboratrice di Giosi nei primi anni del progetto.

Giosi resterà sempre nel cuore degli amici e dei volontari che l’hanno conosciuta, come Atanasio Vlachodimos, volontario del Gruppo FAI Ponte tra culture di Brescia originario della Grecia, che la ricorda così:

«Non dimenticherò mai le parole di Giosi: l'intercultura dovrebbe diventare l'esito di una scelta libera e consapevole, in cui tutti i soggetti coinvolti si sentono uguali, con gli stessi diritti fondamentali. È stato bellissimo lavorare con lei proprio su questo, cercando di trovare i mezzi ideali e le idee da realizzare per "creare" intercultura, creare "ponti tra le culture", per avviare questo processo di crescita e integrazione reciproca e bidirezionale. Come mediatore artistico-culturale porto avanti questo sogno di Giosi e con i miei "colleghi" volontari cercheremo di renderla sempre orgogliosa».

Da Brescia il progetto si è poi espanso con l’Associazione Amici del FAI a Milano, Varese e in Valle Camonica, per arrivare poi in Emilia Romagna e a Napoli, grazie alle rispettive Presidenze Regionali FAI.

Nel 2018 “Arte, un ponte tra culture” passa in gestione al FAI nell’intento di diffondersi sul territorio nazionale con l’operato delle Delegazioni. Oggi il progetto si chiama “FAI ponte tra culture” ed è attivo in 18 Delegazioni, contando moltissimi volontari provenienti da ogni parte del mondo, e l’Associazione Amici del FAI continua a sostenerne lo sviluppo e la diffusione.

«Devo a Giosi e al suo smisurato entusiasmo la mia vicinanza all’Associazione. Sin dal nostro primo incontro ho percepito l’impegno e la perseveranza con cui abbracciava temi ancora poco condivisi, divenendo in prima persona l’esempio di alcuni tra i più alti valori etici e sociali del nostro tempo. Sento una forte responsabilità nel portare avanti i suoi insegnamenti. I tanti anni insieme hanno segnato passi importanti verso la costruzione di un modello di cittadinanza attiva che presuppone uno sforzo collettivo, un ponte appunto, come quello creato dall’arte e dalla cultura. L’Associazione e tutti noi ne faremo tesoro per il futuro», Alice Forni, Presidente dell’Associazione Amici del FAI.

Ciao Giosi.

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