La costruzione della Chiesa di San Domenico, splendido scrigno di arte barocca, inizia con la fondazione del cenobio dei Padri Domenicani il 4 gennaio 1464, ad opera di Fra Paolo da Mileto, come testimonia la bolla di fondazione emessa dal Papa Paolo II. Originariamente edificata in tufo presenta gli stilemi vicini a quelli della chiesa di S. Giovanni alla Valletta, disegnata da Mattia Preti, per la presenza in quegli anni dell’artista a Taverna.
Presenta una facciata costituita dall’ingresso centrale con elegante portale a fastigio, sostenuto da quattro colonne ioniche e ornato da cornici, rilievi, acroteri e volute, culminanti con la statua di S. Domenico.
L’interno, a pianta basilicata, presenta arconi laterali a destra ed ampie cappelle nella navata minore sinistra; conserva quasi intatta la decorazione barocca, articolata in ricchissimi piani ornati da stucchi, intagli e dipinti.
Un meraviglioso soffitto a finti cassettoni e un pregevole organo realizzato da Francesco Ferrazzani nel 1753 in legno intagliato, dipinto e dorato con alcune parti traforate, lasciano il visitatore incantato per la meravigliosa bellezza.
La Monumentale Chiesa di San Domenico custodisce 11 tele di inestimabile valore del grande pittore Mattia Preti che ebbe i natali a Taverna il 24 febbraio 1613 , tra cui La predica di San Giovanni Battista con autoritratto, che rappresenta il testamento spirituale dell’artista verso il suo paese natale, il Martirio di san Sebastiano, la Madonna della purità, e la grandiosa tela del Cristo fulminante
Pregevoli affreschi di Giuseppe De Rosa raffiguranti scene di vita di San Domenico abbelliscono le pareti della Chiesa.
Dalla navata di sinistra si accede all’Oratorio dedicato alla Madonna del Rosario, che conserva una ricca decorazione in stucchi policromi e tracce delle originarie pitture murali, coperte da tempere su carte intelate raffiguranti i Misteri del Rosario
Le tele di Mattia Preti sono incastonate in altari lignei , che in origine erano tombe gentilizie fondate nella seconda metà del secolo XVI dalle famiglie nobili della città nuova di Taverna, in concomitanza con la costruzione della chiesa conventuale di San Domenico. Essi furono in gran parte realizzati (a destra della navata centrale e nelle cappelle della navata laterale a sinistra) nella seconda metà del Seicento, anche se alcuni di essi, risalenti agli anni trenta dello stesso secolo, denotano caratteri stilistici di rimando tardo cinquecentesco, poi compresi nelle cifre stilistiche del barocco meridionale che arricchisce gli stilemi degli attuali altari, le cui cornici accolsero dagli anni 1630 agli anni 1690 le tele dipinte da Gregorio e Mattia Preti.
Quasi tutti hanno purtroppo perso l’iniziale tipologia d’uso, destinata alle specifiche celebrazioni religiose, curate dai frati domenicani e dai loro fondatori: frati domenicani, amministrazione cittadina, famiglie Poerio, Preti, Rotella; risultano infatti perdute le mense e i gradini in pietra verde di Gimigliano, unitamente ai preziosi arredi, egualmente decontestualizzati alcuni paliotti e cimase. In occasione del restauro dell’altare gentilizio di Mattia Preti, portato a termine nel 2012-2013 è stata parzialmente ripristinata, mediante una struttura lignea. la base a scalini, altresì recuperato l’antico intaglio a foglia d’oro. In tutti gli altari si evince comunque la fiorente attività delle botteghe artigiane di Taverna, la valenza creativa degli artieri e degli artisti che condivisero l’eccezionalità di un periodo storico e culturale irripetibile.
Gli attuali altari, però, si trovano in un precario stato di conservazione , che mette a serio rischio anche la tenuta delle tele del Preti , per cui necessitano di urgenti interventi di recupero e manutenzione.