Progettato nel 1920 dall'architetto S. Bultrini, dopo il terremoto del 1915, il palazzo stilisticamente si presenta come una residenza toscana del quattrocento in stile neogotico, caratterizzato da elementi architettonici neo medievali e da una facciata affiancata da due altane simmetriche, con finestre circolari sulla parte superiore e bifore su quella inferiore.Nel 1936 il podestà S. Bonanni affidò al pittore Ferdinando Stracuzzi la realizzazione di un grande quadro nella sala consiliare, con i simboli littori e di due dittici laterali, che dovevano rappresentare la bonifica del Fucino e la ricostruzione di Avezzano con alcune decorazioni che furono realizzate da Ciro Mantegna. Le opere furono al centro di polemiche sia per la durata della loro realizzazione, 5 anni, che per l'utilizzo della tecnica pittorica murale al posto dei dittici. Nel 1946 il sindaco del dopoguerra Antonio Iatosti affidò al pittore F.A. Bianchi il compito di sostituire i simboli fascisti.