I Luoghi del Cuore
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CAPPELLA DI S. ELIGIO

CAPPELLA DI S. ELIGIO

MANDURIA, TARANTO

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CAPPELLA DI S. ELIGIO
La chiesetta, voltata a botte, è di dimensioni modeste (mt. 4,9 X mt.3,25), ed è tuttora aperta al culto. Il vano, di incerta datazione, è orientato N-S, con prospetto a N. Dal momento che la cappella non ha il consueto orientamento liturgico E-W tipico delle chiese medievali, si potrebbe ipotizzare una sua edificazione in epoca moderna, ma può anche darsi che l’orientamento del vano sia stato stabilito in ragione dello sviluppo urbanistico della frazione, nonchè delle esigenze della piccola fiera degli animali che si teneva in Uggiano, nello spiazzo antistante la cappella, il 13 e 14 maggio. Allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile datare con precisione la chiesetta, ne’ dare un nome al committente dell’impresa, ne’ tantomeno conoscere le motivazioni del radicamento del culto nella frazione, per mancanza di documentazione non anteriore al sec. XVIII. Gli unici elementi utili per una datazione potranno provenire solo da un eventuale scavo archeologico nell’area della cappella e, soprattutto, dallo studio delle pitture murali. Da una visita pastorale effettuata nel 1784, infatti, apprendiamo che nella cappella si potevano ammirare l’immagine di Sant’Eligio, di San Leonardo, di San Filippo Neri, nonchè quelle di San Gaetano Thiene e dei Santi Vito e Trifone. Le pitture sono probabilmente tutte al loro posto, anche se coperte da uno strato di intonaco, e se ne auspica il ripristino. In fondo alla cappella resiste il dipinto di Sant’Eligio su lastra metallica, molto probabilmente opera inedita del noto pittore manduriano Pietro Stano. La cappella di sant’Eligio era di patronato della Mensa vescovile oritana e affidata alla cura dell’arcipresbitero curato del Castello di Uggiano, questa piccola tavoletta dipinta su rame va salvaguardata. Essa rappresenta, insieme al luogo che la custodisce, una delle ultime testimonianze visibili del culto che i nostri antenati hanno tributato ad una non secondaria figura del cristianesimo occidentale.

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La chiesetta, voltata a botte, è di dimensioni modeste (mt. 4,9 X mt.3,25), ed è tuttora aperta al culto. Il vano, di incerta datazione, è orientato N-S, con prospetto a N. Dal momento che la cappella non ha il consueto orientamento liturgico E-W tipico delle chiese medievali, si potrebbe ipotizzare una sua edificazione in epoca moderna, ma può anche darsi che l’orientamento del vano sia stato stabilito in ragione dello sviluppo urbanistico della frazione, nonchè delle esigenze della piccola fiera degli animali che si teneva in Uggiano, nello spiazzo antistante la cappella, il 13 e 14 maggio. Allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile datare con precisione la chiesetta, ne’ dare un nome al committente dell’impresa, ne’ tantomeno conoscere le motivazioni del radicamento del culto nella frazione, per mancanza di documentazione non anteriore al sec. XVIII. Gli unici elementi utili per una datazione potranno provenire solo da un eventuale scavo archeologico nell’area della cappella e, soprattutto, dallo studio delle pitture murali. Da una visita pastorale effettuata nel 1784, infatti, apprendiamo che nella cappella si potevano ammirare l’immagine di Sant’Eligio, di San Leonardo, di San Filippo Neri, nonchè quelle di San Gaetano Thiene e dei Santi Vito e Trifone. Le pitture sono probabilmente tutte al loro posto, anche se coperte da uno strato di intonaco, e se ne auspica il ripristino. In fondo alla cappella resiste il dipinto di Sant’Eligio su lastra metallica, molto probabilmente opera inedita del noto pittore manduriano Pietro Stano. La cappella di sant’Eligio era di patronato della Mensa vescovile oritana e affidata alla cura dell’arcipresbitero curato del Castello di Uggiano, questa piccola tavoletta dipinta su rame va salvaguardata. Essa rappresenta, insieme al luogo che la custodisce, una delle ultime testimonianze visibili del culto che i nostri antenati hanno tributato ad una non secondaria figura del cristianesimo occidentale.
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