I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
CASTELLO PIGNATELLI | ph. FAI | © FAI - Fondo Ambiente Italiano

CASTELLO PIGNATELLI

MONTERODUNI, ISERNIA

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CASTELLO PIGNATELLI
ll castello Pignatelli, di origini longobarde, domina con le sue belle torri merlate la piana del Volturno sulla strada Isernia – Venafro. In passato la fortezza ha costituito un importante ruolo come punto chiave di entrata nel “Contado del Molise” come posto di vedetta sulla via latina. Un primo nucleo insediativo, nei luoghi dove oggi sorge l’attuale castello, si fa risalire all’epoca sannita. Le origini del castello-fortezza invece risalgono al periodo longobardo, quando la popolazione fu costretta ad arroccarsi per fronteggiare le violente incursioni saracene. Fu con la dominazione normanna però che il castello, per esigenze prettamente militari, venne ampliato rispetto alla struttura originaria longobarda e rafforzato con l’innalzamento di mura di cinta, che includevano anche alcune abitazioni. Nel 1193 l’intero paese pagò caro il suo schieramento contro l’imperatore Enrico VI a favore del normanno Tancredi. Il capitano tedesco Moscaincervello, ai servizi dell’imperatore, assediò il castello che fu incendiato e raso al suolo. Nel 1266, durante Carlo I d’Angiò, il feudo di Monteroduni fu assegnato a Eustachio d’Ardicourt e successivamente ai d’Evoli. Proprio sotto la signoria dei d’Evoli, rispettivamente nel 1273 e nel 1279, la fortezza subì grossi danni a causa di due violenti terremoti. Tommaso d’Evoli fu costretto a edificare una nuova struttura che però non corrisponde a quella che ammiriamo oggi. Le possibilità economiche del signore di Monteroduni non permettevano infatti lavori di tale portata, inoltre la struttura che questi costruì fu successivamente danneggiata da altri terremoti, due tra il 1300 e il 1308, e l’ultimo, violentissimo, nel 1349. La struttura attuale risale al periodo successivo a tale evento sismico. Con molta probabilità la regina Giovanna I d’Angiò, destinando in dote il feudo di Monteroduni (da essa tenuto come terra regia) a sua nipote Giovanna di Durazzo, se ne assunse gli oneri della ristrutturazione avvenuta tra il 1350 ed il 1363 o 1366. All’inizio del 1500 il castello passò alla famiglia d’Afflitto (1503-1668) e, successivamente, alla famiglia Pignatelli (1668-1806) alla quale si devono i radicali lavori che trasformarono la fortezza da struttura militare ad elegante abitazione signorile, fastosa e dall’aspetto tipicamente rinascimentale.

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