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Castello di Pandino

PANDINO, CREMONA

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Castello di Pandino
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CASTELLO VISCONTEO DI PANDINO, PANDINO, CREMONA

Per iscritti FAI biglietto ridotto, 4 euro invece che 5 euro, per il Castello di Pandino (CR)

Costruito intorno al 1355 per volere del signore di Milano Bernabò Visconti, grande appassionato di caccia, che scelse Pandino per farvi costruire un castello per poter comodamente  risiedere in questi luoghi  e dedicarsi alla sua attività prediletta; il nostro territorio infatti, in quell’epoca era ancora ricco di boschi abitati e selvaggina. La costruzione ha la forma tipica dei castelli viscontei di pianura dell'epoca: pianta quadrata con quattro torri quadrate angolari, cortile interno con porticato ad archi acuti al piano terra e loggiato superiore con pilastrini quadrati. All'esterno sono visibili le numerose finestre, monofore al piano terra, in origine destinato alla servitù, bifore al piano superiore, riservato ai nobili.

Adagiato nella bassa pianura lombarda, nel territorio compreso tra il corso dell'Adda e del Serio, il borgo di Pandino ha sempre ricoperto una posizione di rilievo. Per tradizione si riteneva che il castello fosse stato costruito a partire dal 1379, per volere di Regina della Scala moglie di Bernabò Visconti, che apprezzava notevolmente questi luoghi vicini alle terre venete di cui era originaria. Un'attenta rilettura dei documenti ha invece fatto anticipare la datazione di circa un ventennio, riconducendola agli anni compresi tra il 1354 (salita al potere di Bernabò), e il 1361, data del primo documento in cui si fa chiaro riferimento al castello. Nel 1385 Gian Galeazzo si impadronì del castello, che vendette dieci anni dopo al lucchese Niccolò de Diversis. Dopo aver recuperato il maniero i Visconti lo cedettero in feudo prima a Giorgio Benzone, signore di Crema (1414-1423), poi a Luigi Sanseverino (1434-1440). Nel 1469 il castello e i terreni circostanti furono concessi a Ludovico il Moro che irrobustì l'apparato difensivo con la costruzione dei rivellini. A partire dal 1479, essendo stati confiscati a Ludovico Maria Sforza tutti i beni, la fortezza fu nuovamente affidata ai Sanseverino, fino all'estinzione del ramo maschile della famiglia, per cui passò ai Landriani. Nel 1552 divenne di Pagano d'Adda e rimase a questo marchesato fino al 1862, quando fu completamente trasformato in azienda agricola, anche se era stato relegato a quest'uso già nel xviii secolo. Nel dopoguerra il corpo ovest fu acquistato dal Comune che ne intraprese i restauri negli anni '50, mentre le restanti ali rimasero, parcellizzate, a proprietari privati. Oggi vi hanno sede gli Uffici Comunali, il Convitto della Scuola casearia e la Biblioteca. L'esterno e il cortile sono visitabili tutti i giorni, mentre l'interno previo appuntamento.
Grazie alla ricchezza dell'impianto originario e alla sua integrità, il castello di Pandino è sempre stato considerato come uno degli esempi più importanti dell'architettura fortificata viscontea trecentesca, in cui esigenze difensive e residenziali si sono perfettamente armonizzate.

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CASTELLO VISCONTEO DI PANDINO

PANDINO, CREMONA

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CASTELLO VISCONTEO DI PANDINO
Il Castello Visconteo di Pandino è uno dei castelli viscontei meglio conservati della Lombardia, edificato per volere di Bernabò Visconti e di Regina della Scala a partire dal 1355 circa, l’edificio presenta ancora in gran parte le strutture architettoniche originarie e le decorazioni pittoriche del sec. XIV, rappresentanti principalmente motivi geometrici alternati alle insegne nobiliari dei Visconti e dei della Scala. I signori di Milano scelgono questa località perché è un piccolo villaggio circondato da boschi, ideale per dedicarsi alle battute di caccia. Inoltre Bernabò Visconti predilige Pandino perché, essendo terrorizzato dalla peste che in quegli anni incombeva su Milano, era un posto ideale per potervi sfuggire, in quanto lontano dai grandi centri abitati dell’epoca. L'edificio ha pianta quadrata, con quattro torri angolari quadrate, delle quali solo quelle orientali sono integre mentre quelle occidentali sono state demolite nell'Ottocento. L'interno si caratterizza per l'ampia corte, circondata al piano terra da porticati con archi acuti e a quello superiore da loggiati con slanciati pilastrini quadrati. In origine, le pitture ornavano tutte le superfici, anche esterne, del castello. Nel corso della II guerra mondiale, su una delle torri del castello, vengono portati i fili del telegrafo per segnalare al comando germanico il passaggio degli aerei alleati; a quel tempo il castello era abitato da famiglie in affitto, cui si erano aggiunti gli sfollati da Milano. A partire dagli anni ’50 il castello diventa sede del Comune di Pandino. DA VEDERE ¿ L’arena interna e il loggiato superiore e le numerose stanze affrescate con pitture originali del XIV secolo. ¿ Le sale dedicate alla vita medievale: sala della caccia, sala del drago Tarantasio, sala dei Tarocchi. ¿ L’esposizione dedicata a Marius Stroppa a cura dell’associazione “Marius Genio e Macchina”: mostra permanente del poliedrico artista pandinese, fu grafico, illustratore, urbanista, inventore
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