Il nome del Comune deriva dall’antico capoluogo, sorto su un cuneo di difficile accesso posto tra i torrenti Pesio e Pogliola. In questo luogo nel XII secolo un certo Robaldo o Ubaldo dei Signori di Morozzo fece costruire una torre quadrata con merlatura ghibellina e alcune camere annesse, per abitarvi e proteggere la gente del villaggio dalle scorrerie nemiche. Dal nome del suo fondatore il luogo venne chiamato Rupe Ubaldi. Tale denominazione ebbe numerose varianti: nei documenti di archivio si trova Rocha Ubaldi (1247-1255); Rocham Baudorum (1260) Rocha de’ Baudis (1297); Roche Baudorum (1448) e finalmente Rocca de’ Baldi.
Nasce come rocca fortificata, come testimonia la struttura della parte più antica, collocata su una rupe a strapiombo sul torrente Pesio. Conserva un importante castello, che ospita il Museo storico-etnografico Augusto Doro, e alcuni edifici di importanza storica e artistica, quali la Chiesa di San Marco Evangelista, la Chiesa della Crocetta, la Confraternita di Sant'Antonio, la Cappella di San Rocco.
ORIGINI DEL NOME DEL COMUNE
Il nome del Comune deriva dall’antico capoluogo, sorto su un cuneo di difficile accesso posto tra i torrenti Pesio e Pogliola. In questo luogo nel XII secolo un certo Robaldo o Ubaldo dei Signori di Morozzo fece costruire una torre quadrata con merlatura ghibellina e alcune camere annesse, per abitarvi e proteggere la gente del villaggio dalle scorrerie nemiche. Dal nome del suo fondatore il luogo venne chiamato Rupe Ubaldi. Tale denominazione ebbe numerose varianti: nei documenti di archivio si trova Rocha Ubaldi (1247-1255); Rocham Baudorum (1260) Rocha de’ Baudis (1297); Roche Baudorum (1448) e finalmente Rocca de’ Baldi.
Il luogo ove sorge il borgo di Rocca de’ Baldi, veniva indicato come CASTRUM VETUS in una carta del 1098, il che fa supporre che possa essere stato sede di accampamento romano; tuttavia una delle prime attestazioni ufficiali dell’esistenza di Rocca de’ Baldi risale al 1240, quando in una sentenza che regola le controversie dei signori di Morozzo con i comuni di Cuneo e Mondovì compare la citazione degli “homines Rochebaudi”.