La Chiesa del Ritiro, ubicata nella parte bassa del paese nel cuore del rione Campo, è senza dubbio l’esempio più valido ed attualmente unico dello stile tardobarocco in Calabria. Dichiarato oggi monumento di interesse nazionale, il Ritiro (come viene comunemente denominata la chiesa) è stato edificato grazie all’opera ed alla tenacia di Padre Matteo Lamanna, religioso mesorachese, che con l’aiuto dei suoi fedeli riuscì ad iniziare i lavori della chiesa nel 1761 per poi terminarli nel 1772. Tuttavia, la vicenda di questa splendida testimonianza artistica ebbe inizio già nel 1739, quando il prete mesorachese ottenne i permessi dalle Autorità Ecclesiastiche e dal Re Carlo di edificare una cappella per il culto cattolico a Mesoraca, evento che si realizzò nel 1742, allorché venne aperta ai fedeli una chiesa attigua a quella di S. Pietro Apostolo, con la denominazione di SS. Vergine dei Sette Dolori. La speranza di costruire a Mesoraca una cattedrale, dove sacerdoti potevano dedicarsi alla preghiera ed all’evangelizzazione di un cospicuo numero di cittadini, pervase tutta la vita di Don Matteo Lamanna, che nel 1752 ottenne con Real Beneplacido di ampliare l’angusta cappella, di cui oggi rimane solo il portale, poiché i locali furono demoliti per essere destinati ad edilizia scolastica. La costruzione della Chiesa del Ritiro terminò nel 1771, ma venne aperta al pubblico il 2 agosto dell’anno seguente, perché si aspettò l’arrivo da Napoli della statua della Madonna che l’artista Pasquale Bruselle aveva scolpito su ordine di Don Matteo Lamanna. La Chiesa del Ritiro, opera di A. Scoto da S. Severina, oggi ricomprende sia la struttura barocca intitolata alla Madonna Assunta in Cielo che il convento fondato da Padre Matteo Lamanna. Sin dalla sua fondazione essa è stata culla spirituale per i sacerdoti e culla di cultura per l’istruzione anche della popolazione. Nel 1815 venne, infatti, inaugurato un collegio di Seconda Classe, dove venivano insegnate la scienza ed il rito cattolico ai ragazzi ed alle ragazze del territorio; inoltre, i sacerdoti del Ritiro si prodigavano nell’opera di evangelizzazione, predicando in tutti i paesi della Calabria. La Scuola, denominata Dei padri Pii Operai era divisa in due classi: Inferiore e Superiore. In entrambe veniva insegnata la storia romana, la matematica, la filosofia e letteratura latina, con diversi programmi a seconda della classe. Oltre che culla spirituale e culturale, il Ritiro era anche luogo di penitenza, dove i condannati per reati politici scontavano le pene praticando attività spirituali. L'edificio si trova al di sotto del piano stradale di circa tre metri e vi si accede attraverso due gradinate, una delle quali fiancheggia l'edificio della Pia Casa. La facciata, in blocchi squadrati di pietra arenaria proveniente da una cava situata sulla sinistra del torrente Reazio, riprende lo schema tipico di molte chiese italiane di fine Cinquecento con la divisione in due ordini sovrapposti. Nell'ordine inferiore si apre il portale con arco abbassato, in quello superiore una grande finestra ottagonale. La parte inferiore termina con un cornicione aggettante da cui ripartono quattro lesene di stile ionico, che vanno a sorreggere un fastigio con al centro un'edicoletta contenente la statua della Madonna Assunta. Completano il fastigio le statue di San Pietro e Paolo e due cuspidi poste alle estremità. Venne costruita tra il 1799 ed il 1801 dal maestro muratore Andrea Pignanelli, come si legge nell'epigrafe posta sopra il portale d'ingresso. L'interno - in stile barocco - per quanto riguarda le decorazioni, presenta una pianta a croce latina con navata, transetto, abside e cupola all'incrocio dei bracci. Un arco di trionfo, con in chiave un fastigio con le iniziali di Maria Assunta, separa la navata dal resto della chiesa.