Le prime chiese di Stromboli, nate nel ‘700, erano piccole ed essenziali. Nell’800, per lo sviluppo della marineria e delle attività a essa connesse, la popolazione di Stromboli crebbe fino a raggiungere il suo massimo, nel 1891, con 2716 abitanti. Gli strombolani, quindi, si adoperarono nella costruzione di nuove chiese più grandi.
Sono stati proprio gli stessi abitanti a innalzare le chiese dell’isola. Ognuno offriva quello che poteva: danaro, lavoro, attrezzature, materiali. Chi non aveva altro da offrire, ogni domenica, prima della messa, portava un cesto di pietre. Alla costruzione degli edifici hanno partecipato, inviando denaro, anche tanti siciliani emigrati in Australia, Argentina, Stati Uniti, Canada e Nuova Zelanda.
La chiesa di San Bartolomeo, sita nella contrada Piscità, è raggiungibile grazie ad alcuni gradini che conducono all'ampio sagrato: al suo interno si possono ammirare stucchi ottocenteschi e una cupola a crociera decorata con stelle oro e blu. Nei locali annessi fu costruito un frantoio, punto di riferimento per gli agricoltori che vi si recavano, ogni anno, per la spremitura delle olive.
L’edificio è stato chiuso alla comunità nel 2002, anno in cui una forte scossa di terremoto ha provocato diversi danni all’intera struttura.
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