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CHIESETTA DELLA MADONNA DEL COLLE

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TORRI IN SABINA, RIETI

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CHIESETTA DELLA MADONNA DEL COLLE
L'epoca di Costituzione della Parrocchia di S. Giovanni Battista in Torri in Sabina è sconosciuta. Da un documento della Curia Vescovile, riportato anche dall'inventario scritto dall'Arciprete e dai Canonici Curati di questa "Collegiata" nel 1728, risulta che la consacrazione dell'attuale Chiesa avvenne il 20 Ottobre 1510, ad opera di Mons. Antonio Vescovo di Pozzuoli, debitamente autorizzato dal Vescovo della Sabina, Card. Alessandro Furnon. Fino al 1752, la Chiesa non comprendeva l'attuale presbiterio, coro, la sagrestia ed annessi. Dietro la Chiesa, quindi, c'era uno spazio libero. Il 4 Febbraio 1752 fu iniziata l'opera di ampliamento ad opera dell'Arciprete Don Lorenzo Coccia. Il lavoro fu affidato al Signor Antonio Lepri, capo-maestro muratore di Oliveto frazione di Torriccella e fu portato a termine nel 1767. L'Opera fu sostenuta con il fruttato dei beni immobili, esistenti in Roma, e lasciati per testamento nel 1585 dal Reverendo Don Giovanni Francesco Cecchini da Torri, canonico di Santa Maria Maggiore. Dopo il 1870, gli immobili lasciati in eredità dal Cecchini furono incamerati dal governo italiano (si trattava di due appartamenti di rilevante valore ) e l'agio del danaro ricavato fu convertito in cartella nominale. Nel 1884 l'Arciprete di Torri in Sabina riuscì ad entrare in possesso di quanto apparteneva alla Sagrestia di Torri in base all'operazione sopraddetta. Con questa somma potè iniziare a portare a termine, tra il 1885 e il 1890, un'opera di completo restauro della Chiesa Parrocchiale, sotto la direzione tecnica dell'Ing. Ettore Pacieri : furono rivestite di marmo le colonne e la parte interna laterale, fu rifatto il piancito, furono indorati gli altari del SS.Sacramento e di S.Giuseppe, fu rinnovata buona parte degli arredi sacri. In seguito al terremoto del 13 Gennaio 1915, l'Arciprete Don Francesco Biagioli fece alcune opere di rafforzqamento della Chiesa, di cui rimangono ancora, quali ricordi in realtà poco estetici, le corde metalliche che passano sopra i cornicioni interni della Chiesa. La II Guerra mondiale 1940-45, lasciò anche a Torri le sue tracce. Le mine tedesche che avevano ridotto a un cumulo di rovine il complesso dei caseggiati (fra cui la Casa comunale antistante la Chiesa) avevano lesionato gravemente anche la Chiesa: l'organo sgretolato col soppalco, così la maggior parte delle tavole e dei banchi, a diverse finestre mancavano i vetri...il cupolino anch'esso privo oramai di imposte, era il più lesionato, tanto più che nell'inverno 1946, era stato investito da un fulmine. Il grande cornicione sopra cui passava il raccordo in ferro, non aveva più forma. Le cappelle laterali e la stessa facciata presentavano ilmedesimo spettacolo: sapevano di guerra e anche di abbandono. C'era poi la Sagrestia fatiscente, il sottochiesa 'deposito umido di morti', la casa parrocchiale sconnessa e cedente -come ora!(ndr)-. I lavori di restauri furono iniziati nel 1948 -e non terminano mai!(ndr)- e furono portati a "termine" entro l'anno 1951. Essi compresero: la struttura generale della Chiesa, la fusione della campana centrale rotta nel 1945; un nuovo impianto elettrico, la Via Crucis, e banchi al posto delle sedie, il restauro delle cappelle, la trasformazione dell'antico Cimitero in Cinema parrocchiale, il rinnovamento della Sagrestia ed infine il restauro della Chiesa della Madonna del Colle. Tra il 1952 e il 1953 fu ultimato il restauro della Casa parrocchiale, delle case di proprietà parrocchiale (?) adiacenti, la costruzione ex novo di parte della casa parrocchiale, nonchè della stanza dei parati. Nel 1959 fu restaurato il campanile che presentava delle crepe pericolose e sembrava pericolante. (Fonte: Archivio a cura D.Aldo Andreozzi, "Requiescat in Pace Domini,Amen")

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L'epoca di Costituzione della Parrocchia di S. Giovanni Battista in Torri in Sabina è sconosciuta. Da un documento della Curia Vescovile, riportato anche dall'inventario scritto dall'Arciprete e dai Canonici Curati di questa "Collegiata" nel 1728, risulta che la consacrazione dell'attuale Chiesa avvenne il 20 Ottobre 1510, ad opera di Mons. Antonio Vescovo di Pozzuoli, debitamente autorizzato dal Vescovo della Sabina, Card. Alessandro Furnon. Fino al 1752, la Chiesa non comprendeva l'attuale presbiterio, coro, la sagrestia ed annessi. Dietro la Chiesa, quindi, c'era uno spazio libero. Il 4 Febbraio 1752 fu iniziata l'opera di ampliamento ad opera dell'Arciprete Don Lorenzo Coccia. Il lavoro fu affidato al Signor Antonio Lepri, capo-maestro muratore di Oliveto frazione di Torriccella e fu portato a termine nel 1767. L'Opera fu sostenuta con il fruttato dei beni immobili, esistenti in Roma, e lasciati per testamento nel 1585 dal Reverendo Don Giovanni Francesco Cecchini da Torri, canonico di Santa Maria Maggiore. Dopo il 1870, gli immobili lasciati in eredità dal Cecchini furono incamerati dal governo italiano (si trattava di due appartamenti di rilevante valore ) e l'agio del danaro ricavato fu convertito in cartella nominale. Nel 1884 l'Arciprete di Torri in Sabina riuscì ad entrare in possesso di quanto apparteneva alla Sagrestia di Torri in base all'operazione sopraddetta. Con questa somma potè iniziare a portare a termine, tra il 1885 e il 1890, un'opera di completo restauro della Chiesa Parrocchiale, sotto la direzione tecnica dell'Ing. Ettore Pacieri : furono rivestite di marmo le colonne e la parte interna laterale, fu rifatto il piancito, furono indorati gli altari del SS.Sacramento e di S.Giuseppe, fu rinnovata buona parte degli arredi sacri. In seguito al terremoto del 13 Gennaio 1915, l'Arciprete Don Francesco Biagioli fece alcune opere di rafforzqamento della Chiesa, di cui rimangono ancora, quali ricordi in realtà poco estetici, le corde metalliche che passano sopra i cornicioni interni della Chiesa. La II Guerra mondiale 1940-45, lasciò anche a Torri le sue tracce. Le mine tedesche che avevano ridotto a un cumulo di rovine il complesso dei caseggiati (fra cui la Casa comunale antistante la Chiesa) avevano lesionato gravemente anche la Chiesa: l'organo sgretolato col soppalco, così la maggior parte delle tavole e dei banchi, a diverse finestre mancavano i vetri...il cupolino anch'esso privo oramai di imposte, era il più lesionato, tanto più che nell'inverno 1946, era stato investito da un fulmine. Il grande cornicione sopra cui passava il raccordo in ferro, non aveva più forma. Le cappelle laterali e la stessa facciata presentavano ilmedesimo spettacolo: sapevano di guerra e anche di abbandono. C'era poi la Sagrestia fatiscente, il sottochiesa 'deposito umido di morti', la casa parrocchiale sconnessa e cedente -come ora!(ndr)-. I lavori di restauri furono iniziati nel 1948 -e non terminano mai!(ndr)- e furono portati a "termine" entro l'anno 1951. Essi compresero: la struttura generale della Chiesa, la fusione della campana centrale rotta nel 1945; un nuovo impianto elettrico, la Via Crucis, e banchi al posto delle sedie, il restauro delle cappelle, la trasformazione dell'antico Cimitero in Cinema parrocchiale, il rinnovamento della Sagrestia ed infine il restauro della Chiesa della Madonna del Colle. Tra il 1952 e il 1953 fu ultimato il restauro della Casa parrocchiale, delle case di proprietà parrocchiale (?) adiacenti, la costruzione ex novo di parte della casa parrocchiale, nonchè della stanza dei parati. Nel 1959 fu restaurato il campanile che presentava delle crepe pericolose e sembrava pericolante. (Fonte: Archivio a cura D.Aldo Andreozzi, "Requiescat in Pace Domini,Amen")
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