Situato tra le montagne della Sila cosentina, è uno dei più antichi Conventi con annessa Chiesa, fondati da S. Francesco di Paola nel 1474. Oggi è luogo di pellegrinaggio da parte di numerosi pellegrini e fedeli.
Dopo aver resistito ai catastrofici eventi tellurici che periodicamente colpirono la regione, il romitorio silano venne soppresso con le leggi eversive emanate da Gioacchino Murat il 7 agosto 1809. Il fabbricato, con decreto del 29 dicembre 1814, passò in concessione al Municipio che lo adibì a sede degli uffici della giustizia di pace, delle prigioni e degli stabilimenti comunali. Dopo la prima guerra mondiale e fino al 1928, l’edificio venne adibito a filanda di lana. Dopo il secondo conflitto mondiale, invece, alcuni locali ospitarono la Scuola Media che, all’epoca, era una sezione staccata di quella cosentina di Via Rivocati. Infine venne abitato rispettivamente dalle Suore Canossiane, dalle Suore del Verbo Incarnato e dalle Suore Passioniste. Il rimanente patrimonio immobiliare, come avvenne per gli altri conventi e monasteri soppressi, fu posto all’asta e venne acquistato dai già ricchi borghesi. Nei primi mesi del 2016 il convento è stato oggetto di un restauro conservativo; diversi ambienti sono stati risanati e resi fruibili alla comunità civile e ai pellegrini che, numerosi, ogni anno affollano le celebrazioni in onore del Paolano.