I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
FORTE DI GAVI

FORTE DI GAVI

GAVI, ALESSANDRIA

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FORTE DI GAVI
venne edificato in cima alla collina che domina il borgo medievale di Gavi, lungo la via Postumia che collegava la Repubblica di Genova al Monferrato e alla Lombardia. Realizzata inglobando un preesistente castello di incerte origini, le prime attestazioni storiche risalgono a un documento notarile del 973 ratificato da un un diploma imperiale firmato da Enrico VI di Svevia, figlio di Federico Barbarossa, che conferma la donazione del feudo alla Repubblica di Genova, compreso il castello. Il castello rimase in mani genovesi fino al 1418 quando passò prima sotto la Signoria milanese dei Visconti fino alla famiglia alessandrina dei Guasco, signori di Francavilla. Nel 1528 il castello venne nuovamente venduto ai genovesi che ne tennero le sorti fino al passaggio ai francesi in epoca napoleonica. Trasformato in penitenziario civile dopo il disarmo del 1859, durante il primo conflitto mondiale venne utilizzato come campo di prigionia per gli Austro-Ungarici mentre durante la seconda guerra mondiale come base per le forze dell’Asse nazi-fascista. Alla fine del conflitto, la fortezza rimase in disuso fino al 1978 quando, passata sotto il Ministero dei Beni e le attività culturali, venne intrapreso un progetto di recupero che portò all’apertura del museo, ancora ospitato al suo interno. La struttura presenta ancora sopravvivenze architettoniche risalenti al XII-XIII secolo; attualmente la fortezza mostra il suo aspetto più “moderno” realizzato nel XVII secolo, dopo il bombardamento dell’artiglieria francese nel 1625: il progetto della nuova fortezza, quella che ancor oggi possiamo ammirare, venne affidato a Bartolomeo Bianco, architetto militare genovese dell’epoca, e al frate domenicano Padre Vincenzo da Fiorenzuola. L’attuale configurazione è quella a poligono stellare caratterizzato da sei bastioni che si protendono ad angoli acuti uniti da cortine costruito scavando nella roccia e riutilizzando come materiale la pietra di scavo. La fortezza è visitabile nei vari ambienti principali che la compongono: i cortili interno ed esterno, le torrette di guardia, le celle adibite a prigione, i magazzini, gli ingressi al forte dotati di ponti levatoi difensivi. Da ormai dieci anni l’associazione Amici del Forte di Gavi si occupa della valorizzazione del Forte, in collaborazione con la Soprintendenza e anche con il Polo Museale, collaborando alle visite guidate, realizzando rievocazioni storiche - una tutti gli anni - e altre manifestazioni, promuovendo e realizzando essa stessa studi storici. Una parte del forte - quello che era il nucleo centrale del castello medioevale - è tuttora in restauro. L’associazione ha scelto di segnalare il bene al censimento I Luoghi del Cuore perché vorrebbe migliorare l’accessibilità e rendere visitabile l’intero complesso, raro esempio di architettura militare della zona.

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venne edificato in cima alla collina che domina il borgo medievale di Gavi, lungo la via Postumia che collegava la Repubblica di Genova al Monferrato e alla Lombardia. Realizzata inglobando un preesistente castello di incerte origini, le prime attestazioni storiche risalgono a un documento notarile del 973 ratificato da un un diploma imperiale firmato da Enrico VI di Svevia, figlio di Federico Barbarossa, che conferma la donazione del feudo alla Repubblica di Genova, compreso il castello. Il castello rimase in mani genovesi fino al 1418 quando passò prima sotto la Signoria milanese dei Visconti fino alla famiglia alessandrina dei Guasco, signori di Francavilla. Nel 1528 il castello venne nuovamente venduto ai genovesi che ne tennero le sorti fino al passaggio ai francesi in epoca napoleonica. Trasformato in penitenziario civile dopo il disarmo del 1859, durante il primo conflitto mondiale venne utilizzato come campo di prigionia per gli Austro-Ungarici mentre durante la seconda guerra mondiale come base per le forze dell’Asse nazi-fascista. Alla fine del conflitto, la fortezza rimase in disuso fino al 1978 quando, passata sotto il Ministero dei Beni e le attività culturali, venne intrapreso un progetto di recupero che portò all’apertura del museo, ancora ospitato al suo interno. La struttura presenta ancora sopravvivenze architettoniche risalenti al XII-XIII secolo; attualmente la fortezza mostra il suo aspetto più “moderno” realizzato nel XVII secolo, dopo il bombardamento dell’artiglieria francese nel 1625: il progetto della nuova fortezza, quella che ancor oggi possiamo ammirare, venne affidato a Bartolomeo Bianco, architetto militare genovese dell’epoca, e al frate domenicano Padre Vincenzo da Fiorenzuola. L’attuale configurazione è quella a poligono stellare caratterizzato da sei bastioni che si protendono ad angoli acuti uniti da cortine costruito scavando nella roccia e riutilizzando come materiale la pietra di scavo. La fortezza è visitabile nei vari ambienti principali che la compongono: i cortili interno ed esterno, le torrette di guardia, le celle adibite a prigione, i magazzini, gli ingressi al forte dotati di ponti levatoi difensivi. Da ormai dieci anni l’associazione Amici del Forte di Gavi si occupa della valorizzazione del Forte, in collaborazione con la Soprintendenza e anche con il Polo Museale, collaborando alle visite guidate, realizzando rievocazioni storiche - una tutti gli anni - e altre manifestazioni, promuovendo e realizzando essa stessa studi storici. Una parte del forte - quello che era il nucleo centrale del castello medioevale - è tuttora in restauro. L’associazione ha scelto di segnalare il bene al censimento I Luoghi del Cuore perché vorrebbe migliorare l’accessibilità e rendere visitabile l’intero complesso, raro esempio di architettura militare della zona.
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