I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
ISTITUTO EMANUELE BRIGNOLE - ALBERGO DEI POVERI | ph. FAI | © FAI - Fondo Ambiente Italiano

ALBERGO DEI POVERI

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Fu il patrizio genovese Emanuele Brignole, una vita spesa con impegno continuo e zelante nelle opere di misericordia, a farsi promotore della costruzione della struttura, dopo aver ricevuto dal Magistrato della Sanità l’incarico di scegliere ed acquisire un sito idoneo a collocare un edificio di grandi dimensioni, avente lo scopo di ospitare in particolare quegli sfortunati che avrebbero avuto minori possibilità di condurre una vita autosufficiente. L’edificazione, avviata nel 1656 nel cuore della valletta di Carbonara, fu lunga e laboriosa e si protrasse per quasi duecento anni a causa, in primo luogo, dell’infuriare della Grande Peste (negli scavi delle fondamenta verranno seppelliti circa 10.000 cadaveri) ma anche e soprattutto della difficoltà di porre una struttura così rigida ed estesa su un terreno in pendenza. Il progetto dell’Albergo prevedeva infatti un impianto quadrato entro cui si inseriva un organismo a croce greca destinato al culto, che definiva quattro cortili indipendenti. Una scelta, questa, che seguiva una ormai codificata tradizione ospedaliera basata sul modello dell’Ospedale Maggiore di Milano elaborato dal Filarete, punto di riferimento imprescindibile per questo genere di edifici. La posizione di privilegio sia visivo sia ideologico dell’Albergo dei Poveri nel panorama della città, si conservò fino al Novecento, anche se non mancarono, a partire dall’Illuminismo le polemiche sul suo funzionamento e la pubblicistica ora denigratoria ora esaltatoria dell’istituzione. La facciata dell’Albergo, di fronte o di scorcio fu riprodotta costantemente in vedute di Genova, nel secondo Settecento e per tutto l’Ottocento, come uno degli aspetti più caratterizzanti della città. La tipologia di pianta, a croce greca, fu, in un certo senso, obbligata. Tutta l’architettura assistenziale del Quattro-Cinquecento, era andata in quella direzione per motivi sia pratici sia simbolici. La forma a croce evocava le sofferenze di Cristo mentre la cappella, una vera e propria chiesa, come nella versione definitiva dell’Albergo al centro della crociera, ne era il cuore. Essa doveva essere vista da ogni lato in modo da permettere a tutti di assistere alle funzioni liturgiche. L’Albergo dei Poveri, che nell’Ottocento rappresenta ancora la massima istituzione assistenziale genovese e mantiene pressoché immutate la sua funzione e la sua organizzazione rispetto ai secoli precedenti, vede comunque alcuni importanti cambiamenti sia dal punto di vista amministrativo che strutturale. L’Albergo dei Poveri ha cessato la sua funzione assistenziale originaria solo da pochi anni, alla fine del XX secolo, ed è stato acquisito nel 2003, in concessione cinquantennale, dall’Università degli Studi di Genova che ne sta curando la ristrutturazione interna e l’adeguamento alle nuove esigenze di utilizzo.

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