I Luoghi del Cuore
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MURA CALDORIANE

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MURA CALDORIANE
Furono edificate dal Capitano di ventura Giacomo Caldora quando nel 1425 ricevette in feudo la città del re Carlo III d'Angiò. La cinta muraria che, partendo dal Castello Aragonese, costeggiava approssimativamente le vie Gabriele D'Annunzio, Monte Maiella, Luigi Dommarco, Pantaleone Rapino e il Belvedere Orientale per ricongiungersi al Castello, era provvista di cinque porte di accesso alla città: le due della Marina, quella della Bucciaria (successivamente del Carmine), di S.Giacomo, di Caldari e di Santa Caterina. Della vecchia cinta muraria, abbattuta nella seconda metà del XIX secolo, restano attualmente due brevi tratti: il primo lungo Via L. Dommarco e il secondo all'inizio di Via G. D'Annunzio. In quest'ultimo tratto sorge il Torrione, un antico bastione della cinta muraria passato ai privati da oltre un secolo e completamente restaurato dopo i danni provocati dalla guerra del 1943. A sei metri di altezza nel tratto di mura di Via D'Annunzio, si trova la Madonna Acefala. Alla destra di chi va verso il Castello da Piazza Plebiscito dalle pieghe del mantello emerge la figura di un bambino anche esso privo della testa. La scultura sul fondo piano a rilievo intero, considerando i paragoni con opere similari può risalire al 1300. Alcuni studiosi di storia locale ipotizzano che quella statua fosse più la raffigurazione di una signora finita pietra tra le pietre che non di una madonna profanata in quella collocazione. Il mistero della doppia decapitazione non è il solo rimasto insoluto. Si ignora anche quando l'altorilievo sia stato incastonato nel muro.

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Furono edificate dal Capitano di ventura Giacomo Caldora quando nel 1425 ricevette in feudo la città del re Carlo III d'Angiò. La cinta muraria che, partendo dal Castello Aragonese, costeggiava approssimativamente le vie Gabriele D'Annunzio, Monte Maiella, Luigi Dommarco, Pantaleone Rapino e il Belvedere Orientale per ricongiungersi al Castello, era provvista di cinque porte di accesso alla città: le due della Marina, quella della Bucciaria (successivamente del Carmine), di S.Giacomo, di Caldari e di Santa Caterina. Della vecchia cinta muraria, abbattuta nella seconda metà del XIX secolo, restano attualmente due brevi tratti: il primo lungo Via L. Dommarco e il secondo all'inizio di Via G. D'Annunzio. In quest'ultimo tratto sorge il Torrione, un antico bastione della cinta muraria passato ai privati da oltre un secolo e completamente restaurato dopo i danni provocati dalla guerra del 1943. A sei metri di altezza nel tratto di mura di Via D'Annunzio, si trova la Madonna Acefala. Alla destra di chi va verso il Castello da Piazza Plebiscito dalle pieghe del mantello emerge la figura di un bambino anche esso privo della testa. La scultura sul fondo piano a rilievo intero, considerando i paragoni con opere similari può risalire al 1300. Alcuni studiosi di storia locale ipotizzano che quella statua fosse più la raffigurazione di una signora finita pietra tra le pietre che non di una madonna profanata in quella collocazione. Il mistero della doppia decapitazione non è il solo rimasto insoluto. Si ignora anche quando l'altorilievo sia stato incastonato nel muro.
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