Con il termine Compitum gli antichi erano soliti indicare un incrocio di strade e il Museo Archeologico del Compito si colloca proprio laddove in età romana la via Emilia incrociava una strada proveniente dalle colline, dando vita ad un piccolo abitato.
A partire dal 1930 fu iniziata dal sacerdote Don Giorgio Franchini, cui oggi è intitolato il Museo, l’opera di raccolta dei materiali archeologici emergenti dai terreni limitrofi, ritrovamenti che si sono moltiplicati fino a costituire una raccolta significativa che contava al suo interno frammenti architettonici e scultorei, terrecotte figurate, centinaia di monete, bronzetti, vetri, ceramiche e reperti fossili e osteologici. Dopo un grave furto e una chiusura quasi ventennale, nel 1998 il Museo è stato riaperto al pubblico e nei primi mesi del 2019 è stato completato un nuovo allestimento che racconta, con una nuova veste grafica e narrativa, l’importanza di questo luogo sin dall’era preistorica.