I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
AREA ARCHEOLOGICA DI THARROS

AREA ARCHEOLOGICA DI THARROS

SAN GIOVANNI DI SINIS, ORISTANO

525°

POSTO

70

VOTI
Condividi
AREA ARCHEOLOGICA DI THARROS
La città di Tharros, ubicata all’estremità meridionale della Penisola del Sinis, venne fondata alla fine dell’VIII sec. a.C. o nel VII da genti fenicie in un’area già frequentata in età nuragica. Su una delle tre colline su cui sorge la città, la più settentrionale, nota con il nome di Su Murru Mannu (in sardo “grande muso”), è visibile ancora oggi un importante villaggio protostorico (età del Bronzo medio-recente) che doveva essere già abbandonato al momento dell’arrivo dei Fenici (n. 7). I resti di un monumento nuragico sono stati riconosciuti alla base della torre spagnola del colle di S. Giovanni (n. 20); altri due nuraghi si trovano sul Capo S. Marco, uno, detto Baboe Cabitza, nella parte più alta del promontorio, l’altro presso l’insenatura di Sa Naedda. L’arrivo dei Fenici e la fondazione della città coincidono con un momento di straordinaria attività coloniale da parte dalle genti levantine in tutto il bacino occidentale del Mediterraneo. Non conosciamo tuttavia l’esatta ubicazione dell’abitato fenicio, che certo non doveva avere carattere di monumentalità, mentre abbiamo alcune testimonianze di ambito funerario e votivo. Fin da questo periodo sono in uso contemporaneamente due necropoli, ubicate a una distanza di qualche chilometro l’una dall’altra: quella più nota è posta sul Capo S. Marco (n. 23), l’altra, mai indagata in maniera sistematica, si trova oggi all’interno del villaggio moderno di S. Giovanni di Sinis (n. 1). Ci si pone ancora il problema della ragione di tale duplicità, non escludendosi la possibilità dell’esistenza di due centri abitati posti a distanza ravvicinata. Le sepolture, databili a partire dall’ultimo quarto del VII sec. a.C., sono nella maggior parte dei casi semplici fosse scavate nella sabbia o nella roccia affiorante in cui sono deposti i resti incinerati dei defunti, accompagnati dai corredi ceramici e da oggetti personali. Quanto all’ambito del sacro, si possono ricordare i materiali più antichi rinvenuti nel tofet (n. 6), il tipico santuario fenicio-punico a cielo aperto, circondato da un recinto sacro e contenente le urne, con i resti incinerati dei bambini morti in tenerissima età e degli animali sacrificati, e le stele, veri e propri signacoli in pietra con il simbolo o l’immagine della divinità posta su un trono o all’interno di un tempietto in miniatura. Ancora si discute sulla natura del santuario tofet, se luogo di sacrificio dei fanciulli in offerta alla divinità o, più probabilmente, necropoli destinata ai bambini nati morti o a quelli deceduti prematuramente prima di aver subito un rito di passaggio e dunque di essere stati accolti nella comunità degli adulti. (Tharros.Sardegna.it)

Gallery

Scheda completa al 100%
Arricchisci o modifica questa scheda

Esiste già una scheda per questo luogo?
Segnalaci se questa scheda è un duplicato.

I contenuti di questa scheda sono generati dagli utenti e non riflettono un giudizio del FAI sul luogo.
Il FAI non è responsabile dell’eventuale violazione di copyright delle immagini pubblicate.
Contenuti impropri e utilizzi non corretti delle immagini possono essere segnalati a: iluoghidelcuore@fondoambiente.it.
Questo luogo è stato votato anche nel:
Censimento 2022

525° Posto

70 Voti
Censimento 2020

3,313° Posto

46 Voti
Censimento 2018

3,559° Posto

23 Voti
Censimento 2016

423° Posto

173 Voti
Censimento 2014

1,981° Posto

16 Voti
Censimento 2012

1,560° Posto

8 Voti
Censimento 2010

1,394° Posto

4 Voti
Censimento 2006

1,655° Posto

2 Voti
Censimento 2003

882° Posto

2 Voti
0

Scopri altri luoghi vicini

508°
87 voti

Area archeologica

CITTA' SOMMERSA DI TARROS

SAN GIOVANNI DI SINIS, ORISTANO

549°
46 voti

Costa, area marina, spiaggia

SAN GIOVANNI DI SINIS

CABRAS, ORISTANO

580°
15 voti

Borgo

PAESE DI SAN GIOVANNI SINIS

CABRAS, ORISTANO

574°
21 voti

Area archeologica

SITO ARCHEOLOGICO PENISOLA DEL SINIS

CABRAS, ORISTANO

Scopri altri luoghi simili

13°
15,593 voti

Area naturale

IL NOSTRO CARSO-NAŠ KRAS

CARSO-KRAS, PROV. TRIESTE-, GORIZIA

24°
9,333 voti

Area naturale

ANTICA SALINA CAMILLONE

CERVIA, RAVENNA

27°
8,560 voti

Area naturale

SPIAGGIA DELLA PILLIRINA (AREA MARINA PROTETTA PLEMMIRIO)

SIRACUSA

31°
8,022 voti

Area naturale

VIA CRUCIS SULLA COLLINA DI SANTA CROCE

SAN DEMETRIO NE' VESTINI, L'AQUILA

Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati

AREA ARCHEOLOGICA DI THARROS

SAN GIOVANNI DI SINIS, ORISTANO

Condividi
AREA ARCHEOLOGICA DI THARROS
La città di Tharros, ubicata all’estremità meridionale della Penisola del Sinis, venne fondata alla fine dell’VIII sec. a.C. o nel VII da genti fenicie in un’area già frequentata in età nuragica. Su una delle tre colline su cui sorge la città, la più settentrionale, nota con il nome di Su Murru Mannu (in sardo “grande muso”), è visibile ancora oggi un importante villaggio protostorico (età del Bronzo medio-recente) che doveva essere già abbandonato al momento dell’arrivo dei Fenici (n. 7). I resti di un monumento nuragico sono stati riconosciuti alla base della torre spagnola del colle di S. Giovanni (n. 20); altri due nuraghi si trovano sul Capo S. Marco, uno, detto Baboe Cabitza, nella parte più alta del promontorio, l’altro presso l’insenatura di Sa Naedda. L’arrivo dei Fenici e la fondazione della città coincidono con un momento di straordinaria attività coloniale da parte dalle genti levantine in tutto il bacino occidentale del Mediterraneo. Non conosciamo tuttavia l’esatta ubicazione dell’abitato fenicio, che certo non doveva avere carattere di monumentalità, mentre abbiamo alcune testimonianze di ambito funerario e votivo. Fin da questo periodo sono in uso contemporaneamente due necropoli, ubicate a una distanza di qualche chilometro l’una dall’altra: quella più nota è posta sul Capo S. Marco (n. 23), l’altra, mai indagata in maniera sistematica, si trova oggi all’interno del villaggio moderno di S. Giovanni di Sinis (n. 1). Ci si pone ancora il problema della ragione di tale duplicità, non escludendosi la possibilità dell’esistenza di due centri abitati posti a distanza ravvicinata. Le sepolture, databili a partire dall’ultimo quarto del VII sec. a.C., sono nella maggior parte dei casi semplici fosse scavate nella sabbia o nella roccia affiorante in cui sono deposti i resti incinerati dei defunti, accompagnati dai corredi ceramici e da oggetti personali. Quanto all’ambito del sacro, si possono ricordare i materiali più antichi rinvenuti nel tofet (n. 6), il tipico santuario fenicio-punico a cielo aperto, circondato da un recinto sacro e contenente le urne, con i resti incinerati dei bambini morti in tenerissima età e degli animali sacrificati, e le stele, veri e propri signacoli in pietra con il simbolo o l’immagine della divinità posta su un trono o all’interno di un tempietto in miniatura. Ancora si discute sulla natura del santuario tofet, se luogo di sacrificio dei fanciulli in offerta alla divinità o, più probabilmente, necropoli destinata ai bambini nati morti o a quelli deceduti prematuramente prima di aver subito un rito di passaggio e dunque di essere stati accolti nella comunità degli adulti. (Tharros.Sardegna.it)
Campagne in corso in questo luogo
Storico campagne in questo luogo
I Luoghi del Cuore
2003, 2006, 2010, 2012, 2014, 2016, 2018, 2020, 2022
Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te