I Luoghi del Cuore
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SANTUARIO DI SAN COSTANZO AL MONTE

SANTUARIO DI SAN COSTANZO AL MONTE

VILLAR SAN COSTANZO, CUNEO

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SANTUARIO DI SAN COSTANZO AL MONTE
San Costanzo al Monte si trova poco a nord del paese di Dronero, sul versante meridionale del Monte San Bernardo, nel comune di Villar San Costanzo. Questo santuario, tra i più importanti della Provincia di Cuneo, risale al XII secolo circa ed è un esempio di stile romanico lombardo. Secondo la tradizione, fu eretto per volere della contessa Adelaide di Susa sul luogo del martirio per decapitazione di San Costanzo (III secolo d.C), soldato romano della Legione Tebea che si rifiutò di compiere alcuni doveri militari perché in contrasto con la sua fede cattolica. In quello stesso luogo già dall’ VIII secolo il re dei Longobardi Ariperto II aveva fatto erigere un’abbazia benedettina, poi distrutta dai Saraceni. La chiesa ha una struttura articolata e interessante: la parte più antica è costituita dalle tre alte absidi, decorate da lesene e monofore nei paramenti murari e da una serie di archetti nella parte superiore, vicino alla copertura, con inserti in cotto che arricchiscono questi elementi di una vivace cromia rossa. I capitelli degli archetti sono intagliati e decorati con motivi geometrici e fitomorfi tutti diversi l’uno dall’altro. Anche la cripta risale al primo momento costruttivo della chiesa, ed anche in essa si possono ammirare capitelli decorati che reggono le volte a crociera. La cripta ricalca esattamente la pianta della chiesa superiore, a tre navate. Anche qui troviamo una particolarità: la chiesa vera e propria è preceduta da un vestibolo gotico scandito in tre da spesse colonne che sorreggono archi a sesto acuto coperti da capriate lignee; il vestibolo immette sia nella cripta sia nella chiesa, le cui navate sono divise da pilastri cruciformi che reggono archi a tutto sesto e una volta a botte a tre campate. Nella seconda campata si apre una cupola, coperta all’esterno da un tiburio ottagonale, anch’esso arricchito dagli elementi in cotto che si vedono sopra le absidi. La parte più recente è l’attuale facciata: costruita tra Sei e Settecento con uno stile molto semplice, si presenta a capanna con doppio spiovente e in essa si aprono tre porte, una più grande al centro e due più piccole ai lati, al di sopra del piano di calpestio e accessibili grazie due piccole scalinate. Sulla facciata sono ancora visibili tre affreschi rappresentanti San Costanzo e altri due santi, oggi non apprezzabili nella loro bellezza a causa dei segni lasciati dal tempo e dagli agenti atmosferici. Nei primi anni dell’Ottocento, con le nuove leggi napoleoniche, il Santuario fu confiscato e ceduto a un privato e i benedettini cessarono la loro attività monastica; fu parzialmente riacquistato e aperto al pubblico dalla Parrocchia di Villar San Costanzo solo nel 1918 e negli anni ’80 del secolo scorso l’amministrazione provinciale riuscì a ottenere anche le parti ancora di proprietà privata. Ad oggi la proprietà del bene è divisa fra la Provincia di Cuneo e la Parrocchia di San Pietro in Vincoli di Villar San Costanzo. A cavallo tra la fine del Novecento e i primi anni Duemila il complesso è stato oggetto di restauri che hanno permesso di ritrovare o di riportare in buone condizioni lacerti di affreschi romanici nella chiesa superiore. Dal 2012 il luogo è visitabile grazie all’impegno di un’associazione locale. Ciononostante un comitato locale si è attivato al censimento segnalando il Santuario che necessita di ulteriori lavori di restauro conservativo, dovuti alle cattive condizioni tetto e degli infissi, alle infiltrazioni d’acqua e al mancato completamento degli interventi interni.

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San Costanzo al Monte si trova poco a nord del paese di Dronero, sul versante meridionale del Monte San Bernardo, nel comune di Villar San Costanzo. Questo santuario, tra i più importanti della Provincia di Cuneo, risale al XII secolo circa ed è un esempio di stile romanico lombardo. Secondo la tradizione, fu eretto per volere della contessa Adelaide di Susa sul luogo del martirio per decapitazione di San Costanzo (III secolo d.C), soldato romano della Legione Tebea che si rifiutò di compiere alcuni doveri militari perché in contrasto con la sua fede cattolica. In quello stesso luogo già dall’ VIII secolo il re dei Longobardi Ariperto II aveva fatto erigere un’abbazia benedettina, poi distrutta dai Saraceni. La chiesa ha una struttura articolata e interessante: la parte più antica è costituita dalle tre alte absidi, decorate da lesene e monofore nei paramenti murari e da una serie di archetti nella parte superiore, vicino alla copertura, con inserti in cotto che arricchiscono questi elementi di una vivace cromia rossa. I capitelli degli archetti sono intagliati e decorati con motivi geometrici e fitomorfi tutti diversi l’uno dall’altro. Anche la cripta risale al primo momento costruttivo della chiesa, ed anche in essa si possono ammirare capitelli decorati che reggono le volte a crociera. La cripta ricalca esattamente la pianta della chiesa superiore, a tre navate. Anche qui troviamo una particolarità: la chiesa vera e propria è preceduta da un vestibolo gotico scandito in tre da spesse colonne che sorreggono archi a sesto acuto coperti da capriate lignee; il vestibolo immette sia nella cripta sia nella chiesa, le cui navate sono divise da pilastri cruciformi che reggono archi a tutto sesto e una volta a botte a tre campate. Nella seconda campata si apre una cupola, coperta all’esterno da un tiburio ottagonale, anch’esso arricchito dagli elementi in cotto che si vedono sopra le absidi. La parte più recente è l’attuale facciata: costruita tra Sei e Settecento con uno stile molto semplice, si presenta a capanna con doppio spiovente e in essa si aprono tre porte, una più grande al centro e due più piccole ai lati, al di sopra del piano di calpestio e accessibili grazie due piccole scalinate. Sulla facciata sono ancora visibili tre affreschi rappresentanti San Costanzo e altri due santi, oggi non apprezzabili nella loro bellezza a causa dei segni lasciati dal tempo e dagli agenti atmosferici. Nei primi anni dell’Ottocento, con le nuove leggi napoleoniche, il Santuario fu confiscato e ceduto a un privato e i benedettini cessarono la loro attività monastica; fu parzialmente riacquistato e aperto al pubblico dalla Parrocchia di Villar San Costanzo solo nel 1918 e negli anni ’80 del secolo scorso l’amministrazione provinciale riuscì a ottenere anche le parti ancora di proprietà privata. Ad oggi la proprietà del bene è divisa fra la Provincia di Cuneo e la Parrocchia di San Pietro in Vincoli di Villar San Costanzo. A cavallo tra la fine del Novecento e i primi anni Duemila il complesso è stato oggetto di restauri che hanno permesso di ritrovare o di riportare in buone condizioni lacerti di affreschi romanici nella chiesa superiore. Dal 2012 il luogo è visitabile grazie all’impegno di un’associazione locale. Ciononostante un comitato locale si è attivato al censimento segnalando il Santuario che necessita di ulteriori lavori di restauro conservativo, dovuti alle cattive condizioni tetto e degli infissi, alle infiltrazioni d’acqua e al mancato completamento degli interventi interni.
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