I Luoghi del Cuore
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SANTUARIO RUPESTRE DI DEMETRA

SANTUARIO RUPESTRE DI DEMETRA

VETRALLA, VITERBO

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SANTUARIO RUPESTRE DI DEMETRA
ll tempio alla dea Demetra è stato scoperto nei pressi di Vetralla in località Macchia dei Valli nell’aprile 2006 dalla Soprintendenza archeologica all'Etruria Meridionale. Si tratta di un edificio risalente all'epoca etrusco-romana al cui interno sono stati rinvenuti diversi reperti: ci sono manufatti che raffigurano organi genitali maschili e femminili la cui presenza ha permesso di collegare la struttura alle dea della fertilità. La dea si identifica nella Demetra dei Greci, assimilata dagli Etruschi alla dea Vei, che fu venerata dai Romani come Cerere. Il complesso è costituito da una serie di ambienti rupestri e da una piccola struttura costruita in blocchi di peperino, cella della divinità femminile, nella quale è stata rinvenuta la statua con gli arredi di culto ancora in situ. La scultura di piccole proporzioni, rappresenta una figura femminile che indossa un chitone con cintura alta ed un mantello che le copre la testa; nella mano destra tiene una patera umbilicata, la mano sinistra ha una lacuna antica: manca delle prime tre dita, che erano rappresentate forse nell'atteggiamento di chi sorregge un mazzetto di spighe, evidente richiamo alla fertilità della terra. L'opera è un tipico prodotto ellenistico, situabile alla fine del III - inizi II secolo a. C.

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ll tempio alla dea Demetra è stato scoperto nei pressi di Vetralla in località Macchia dei Valli nell’aprile 2006 dalla Soprintendenza archeologica all'Etruria Meridionale. Si tratta di un edificio risalente all'epoca etrusco-romana al cui interno sono stati rinvenuti diversi reperti: ci sono manufatti che raffigurano organi genitali maschili e femminili la cui presenza ha permesso di collegare la struttura alle dea della fertilità. La dea si identifica nella Demetra dei Greci, assimilata dagli Etruschi alla dea Vei, che fu venerata dai Romani come Cerere. Il complesso è costituito da una serie di ambienti rupestri e da una piccola struttura costruita in blocchi di peperino, cella della divinità femminile, nella quale è stata rinvenuta la statua con gli arredi di culto ancora in situ. La scultura di piccole proporzioni, rappresenta una figura femminile che indossa un chitone con cintura alta ed un mantello che le copre la testa; nella mano destra tiene una patera umbilicata, la mano sinistra ha una lacuna antica: manca delle prime tre dita, che erano rappresentate forse nell'atteggiamento di chi sorregge un mazzetto di spighe, evidente richiamo alla fertilità della terra. L'opera è un tipico prodotto ellenistico, situabile alla fine del III - inizi II secolo a. C.
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