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VILLA TRENTO A DOLEGNANO

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DOLEGNANO, UDINE

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VILLA TRENTO A DOLEGNANO
Villa dei conti Trento, meglio conosciuta come Villa Trento, è una villa veneta situata a Dolegnano, nel Comune di San Giovanni al Natisone (UD). La famiglia dei conti Trento nel Settecento acquisì il feudo della Masarotte di Dolegano, nel quale venne edificata la villa alla fine del secolo. Si tratta di una delle più maestose ville venete del Friuli, collocata in una posizione di prestigio, ai piedi dell’Abbazia di Rosazzo (XI secolo), e avvolta dalle colline dei Colli orientali del Friuli. Il corpo dominicale si eleva su tre piani ed è affiancato da due ali rustiche laterali a due piani che cingono il cortile d’onore al cui centro si trova una fontana circolare. Il complesso comprende 40 vani e si sviluppa su una superficie di circa 1700 mq. Altri fabbricati di servizio occupano le parti ad est della dimora, dove era integrata una cappella privata di famiglia. Fino agli anni Sessanta questa, a detta degli esperti, poteva considerarsi come “uno degli esempi più spettacolari di barocco friulano in una residenza di campagna”. All’interno della villa si può ammirare un ampio salone centrale, decorato con stucchi e affreschi che raffigurano paesaggi dai motivi neoclassici. Il vasto salone centrale si apre verso il grande parco che spazia fino ai piedi della collina, percorso da viali ghiaiosi che si snodavano tra pini e noccioli. Il salone centrale presenta quattro ambienti adiacenti; a questo nucleo si aggiungono su ogni lato un salone e altri due locali. Una particolare menzione merita il salottino d’inverno con un elegante caminetto, un grande specchio ottocentesco e mobili di pregio. La villa raccoglieva un’importante quadreria con più di cinquanta dipinti dei secoli XIV–XX, molti ritratti di famiglia e una collezione di stampe nere e colorate. Una strada divide il complesso principale, appena descritto, dalla cosiddetta “braide siarade”, un insieme di terreni cinti da una muraglia merlata che un tempo erano coltivati a frumento, granoturco, vite e ortaggi. Al di là della strada si apre la cancellata d’ingresso, cinta da un muro basso su cui si innalzano due statue. La villa è stata un luogo centrale nella storia di questa zona. Qui venne ospitato Napoleone Bonaparte con la moglie Giuseppina e, durante la Prima Guerra Mondiale, il re Vittorio Emanuele III con la moglie Elena e la duchessa d’Aosta. Villa Trento dal settembre 1915 alla disfatta di Caporetto fu sede di un importantissimo ospedale militare della British Red Cross e delle ambulanze che operavano nella zona del confitto, a pochi chilometri da Dolegnano. Nel reportage della sua esperienza come comandante della Prima sezione della British Red Cross, George Trevelyan dedica molte pagine a Villa Trento, luogo che veniva talmente tanto amato dai malati che quando dovevano andarsene “levavano alte voci e piangevano”. Questo reportage è divenuto fonte d’ispirazione per Ernest Hemingway per il suo romanzo “Addio alle armi” del 1929. Parte degli eventi narrati sono ambientati in una villa, sede di un ospedale militare inglese, identificata come Villa Trento. Sebbene lui non si recò personalmente qui, ne diede una descrizione molto realistica e la elogiò come “una villa molto grande, con un lungo viale e… con begli alberi nel parco”. Il complesso fu poi sede del comando tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. La villa è stata il centro del paese fino agli anni ’60, quando la maggior parte degli abitanti lavoravano per i conti come coloni ed è un luogo a cui sono legate molte memorie della popolazione. Il bene è vincolato dal MiBAC con Decreto del 06/10/1986. È in mano privata privata, ma versa in condizioni precarie. Attorno alla villa è cresciuto un fitto bosco che impedisce la vista del complesso. Non si conoscono gli stati delle opere d’arte e degli oggetti di pregio contenuti all’interno, come nemmeno del complesso stesso.

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Villa dei conti Trento, meglio conosciuta come Villa Trento, è una villa veneta situata a Dolegnano, nel Comune di San Giovanni al Natisone (UD). La famiglia dei conti Trento nel Settecento acquisì il feudo della Masarotte di Dolegano, nel quale venne edificata la villa alla fine del secolo. Si tratta di una delle più maestose ville venete del Friuli, collocata in una posizione di prestigio, ai piedi dell’Abbazia di Rosazzo (XI secolo), e avvolta dalle colline dei Colli orientali del Friuli. Il corpo dominicale si eleva su tre piani ed è affiancato da due ali rustiche laterali a due piani che cingono il cortile d’onore al cui centro si trova una fontana circolare. Il complesso comprende 40 vani e si sviluppa su una superficie di circa 1700 mq. Altri fabbricati di servizio occupano le parti ad est della dimora, dove era integrata una cappella privata di famiglia. Fino agli anni Sessanta questa, a detta degli esperti, poteva considerarsi come “uno degli esempi più spettacolari di barocco friulano in una residenza di campagna”. All’interno della villa si può ammirare un ampio salone centrale, decorato con stucchi e affreschi che raffigurano paesaggi dai motivi neoclassici. Il vasto salone centrale si apre verso il grande parco che spazia fino ai piedi della collina, percorso da viali ghiaiosi che si snodavano tra pini e noccioli. Il salone centrale presenta quattro ambienti adiacenti; a questo nucleo si aggiungono su ogni lato un salone e altri due locali. Una particolare menzione merita il salottino d’inverno con un elegante caminetto, un grande specchio ottocentesco e mobili di pregio. La villa raccoglieva un’importante quadreria con più di cinquanta dipinti dei secoli XIV–XX, molti ritratti di famiglia e una collezione di stampe nere e colorate. Una strada divide il complesso principale, appena descritto, dalla cosiddetta “braide siarade”, un insieme di terreni cinti da una muraglia merlata che un tempo erano coltivati a frumento, granoturco, vite e ortaggi. Al di là della strada si apre la cancellata d’ingresso, cinta da un muro basso su cui si innalzano due statue. La villa è stata un luogo centrale nella storia di questa zona. Qui venne ospitato Napoleone Bonaparte con la moglie Giuseppina e, durante la Prima Guerra Mondiale, il re Vittorio Emanuele III con la moglie Elena e la duchessa d’Aosta. Villa Trento dal settembre 1915 alla disfatta di Caporetto fu sede di un importantissimo ospedale militare della British Red Cross e delle ambulanze che operavano nella zona del confitto, a pochi chilometri da Dolegnano. Nel reportage della sua esperienza come comandante della Prima sezione della British Red Cross, George Trevelyan dedica molte pagine a Villa Trento, luogo che veniva talmente tanto amato dai malati che quando dovevano andarsene “levavano alte voci e piangevano”. Questo reportage è divenuto fonte d’ispirazione per Ernest Hemingway per il suo romanzo “Addio alle armi” del 1929. Parte degli eventi narrati sono ambientati in una villa, sede di un ospedale militare inglese, identificata come Villa Trento. Sebbene lui non si recò personalmente qui, ne diede una descrizione molto realistica e la elogiò come “una villa molto grande, con un lungo viale e… con begli alberi nel parco”. Il complesso fu poi sede del comando tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. La villa è stata il centro del paese fino agli anni ’60, quando la maggior parte degli abitanti lavoravano per i conti come coloni ed è un luogo a cui sono legate molte memorie della popolazione. Il bene è vincolato dal MiBAC con Decreto del 06/10/1986. È in mano privata privata, ma versa in condizioni precarie. Attorno alla villa è cresciuto un fitto bosco che impedisce la vista del complesso. Non si conoscono gli stati delle opere d’arte e degli oggetti di pregio contenuti all’interno, come nemmeno del complesso stesso.
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