20 febbraio 2018
Sono i documenti storici e le fotografie le fonti principali che fanno risalire al Seicento la presenza di vigneti al Castello di Masino. Svelano, infatti, cenni sull’esistenza di vigne e sul torchio per la spremitura delle uve, mentre numerosi carteggi riportano informazioni dettagliate sui differenti uvaggi coltivati e sulle importanti dimensioni di produzione.
Recenti studi condotti dall’Università di Agraria di Torino, insieme alle indagini svolte presso l’Archivio Storico del castello e alle operazioni di ricognizione tecnica, hanno confermato la storica presenza di vigneti lungo il versante rivolto a Ponente, suscitando l’entusiasmo del FAI che ha presentato alla Regione un progetto – al momento in fase di vaglio – volto a valorizzare non solo la dimora millenaria di Masino ma anche il territorio circostante.
In vista della rimessa a coltura delle vigne, con l’impiego di tecniche di impianto fedeli ai metodi classici, sono in corso gli interventi di pulitura dell’area, che si estende per circa un ettaro e mezzo.
La vegetazione incolta aveva finora nascosto l'arco di accesso alla galleria che un tempo tagliava trasversalmente l’Allea Grande, il viale alberato posto sul crinale della collina dove sorge il castello. Questo passaggio collegava il versante di Ponente, dove erano situate le vigne, con quello di Levante e permetterà per il futuro nuove possibilità di fruizione degli antichi percorsi che affacciano sulla Serra Morenica.
Numerose sono le carte topografiche che a partire dalla metà del Settecento segnalano i ciglioni e i terrazzamenti lungo il versante rivolto a Ponente e tanti sono i documenti che attestano un prosieguo dell’attività di vendemmia fino al 1972. I Conti Valperga di Masino hanno, infatti, mantenuto i vigneti fino a pochi anni prima l'acquisto del FAI (1988), contribuendo a rendere questa tradizione viva e radicata nella memoria degli abitanti. A loro il piacere di ritrovare quello storico legame una volta che il progetto di riconversione prenderà forma.
Inoltre, il recupero del vigneto storico al Castello di Masino favorirà una valorizzazione sia dell’economia viti-vinicola del territorio sia dei percorsi naturalistici a piedi, in bicicletta e a cavallo, proposti nell’ambito di “Ciclovie Canavesane”, il progetto che intende rilanciare dal punto di vista turistico l’area del Canavese creando un anello di oltre 100 km intorno al castello.