28 giugno 2019
La campagna di scavo promossa dal FAI in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova è dedicata anche per nel 2019 alla Torre del Monastero. I risultati degli anni passati hanno superato di gran lunga le aspettative e proprio per questo un gruppo di studenti, sotto la Direzione Scientifica della professoressa Alexandra Chavarria e con la consulenza del professor Gian Pietro Brogiolo, ha ripreso a maggio i lavori con l'idea di seguire le tracce della prima campagna di scavi compiuta da Alessandro Deiana nel 1978.
A quarant’anni dalle prime ricerche, si è deciso infatti di riaprire lo scavo di Deiana e ristudiarne la sequenza stratigrafica emersa per verificare il livello di fondazione della Torre: lo scavo ha raggiunto i 4 metri e mezzo di profondità!
Alcuni imponenti colluvi – depositi di granuli e rocce trasportati dalle acque, altri oltre due metri - hanno confermato l’instabilità climatica della zona: questi depositi di sabbia e limo testimoniano il succedersi di una serie di alluvioni che sommersero case e campi mietendo molte vittime; si tratta probabilmente dell’alluvione del 589 già raccontata da papa Gregorio Magno, che ne ebbe notizia diretta e, due secoli più tardi, da Paolo Diacono, storico dei Longobardi.
Non si interruppe tuttavia l’uso della Torre, in cui sono stati rinvenuti piani d’uso risalenti al VI secolo, destinati alla preparazione del pane e dei pasti, come testimoniano i numerosi focolari presenti, sui quali sono stati rinvenuti i resti di vasi in terracotta, e due pettini in osso.
Le ricerche documentano quindi che la Torre ha continuato ad essere abitata fino all’insediamento del Monastero e anche successivamente quando è divenuta parte di una cascina rurale.
Alla luce dei ritrovamenti è stato programmato il secondo lotto di scavo che si concentrerà sull’analisi dei numerosi oggetti in ferro ritrovati, in accordo con la Soprintendenza, e sullo studio degli strati sottostanti fino ad arrivare alle fondamenta della torre e in corrispondenza della porta per individuarne i gradini di entrata e la soglia originaria.