I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
CASTELLO DI CONCA DELLA CAMPANIA

CASTELLO DI CONCA DELLA CAMPANIA

CONCA DELLA CAMPANIA, CASERTA

584°

POSTO

11

VOTI
Condividi
CASTELLO DI CONCA DELLA CAMPANIA
Conca della Campania lega le sue origini ai monaci benedettini della celebre Abbazia di Montecassino, i quali, già nell' VIII secolo, scoprirono la fertilità di queste terre e la salubrità del clima, iniziando una massiccia opera di bonifica, costruendovi i primi villaggi e case coloniche, nonché il possente maniero denominato "Pilanum", che fu la loro iniziale dimora. Intorno all'anno 1000 i benedettini costruirono un altro castello a protezione del primo, che fu più volte fatto segno di tentativi d'invasione per la sua vulnerabile posizione. In questa seconda fortezza, visibile ancora oggi al centro del paese, abitarono per circa duecento anni, con un percorso storico denso di avvenimenti. Le tappe più rilevanti cominciarono nel 1049, quando gli abitanti del castello riuscirono ad opporsi con successo ai principi longobardi di Capua. Nel 1417 Conca divenne feudo della famiglia di Giovanni Antonio Marzano e poi del figlio Marino. Nel 1419 Matteo De Capua si impadronì del feudo, ma fu soppiantato, subito dopo, da Giulio Cesare De Capua, che si avvalse dell'aiuto di Filippo II. Verso la fine del '700 i De Capua furono detronizzati dagli Invitti che ressero Conca con il titolo di "Principi", fino alla soppressione dei feudi, avvenuta nel 1816. Nel 1850 il castello divenne proprietà della famiglia Galdieri. Dieci secoli di vita hanno cambiato inevitabilmente qualche connotato all'antico maniero, come la torretta di avvistamento, che oggi si presenta decapitata, seppure rimangono le caratteristiche feritoie. Nell'atrio che apre al grande cortile interno è ancora parzialmente visibile un pregevole affresco raffigurante un Abate di Montecassino mentre riceve in udienza il clero diocesano. Questo dipinto, che abbraccia una parete è chiaramente successivo alla costruzione del castello ed è un eloquente riferimento ai monaci fondatori. Il portale d'ingresso, di scuola catalana, è della stessa epoca degli affreschi (sec. XVI), fatto costruire a protezione di uomini e cose, quando prima ci pensavano le guardie. La fortezza aveva alcuni passaggi segreti, uno dei quali la metteva in comunicazione con il castello di Riardo, un altro portava oltre le mura di cinta , nella zona bassa, ancor oggi denominata "Rivo", un altro ancora comunicava con il quattrocentesco monastero domenicano, poco distante. All'inizio del XVI secolo, il principe del tempo, Matteo De Capua, commissionò ad un rinomato pittore della vicina Pietravairano, un trittico su tavola, riproducente la Madonna delle Grazie al centro, ed ai lati San Pietro e San Paolo, contitolari della Collegiata di Conca. L'opera fu installata nella cappella del castello dove rimase fino al 1770, epoca in cui si insediò il principe Carlo Invitti, il quale, prima ancora di prendere possesso del castello, donò il dipinto alla Collegiata di Conca allo scopo di accattivarsi le simpatie del popolo. Nel 1592 fu ospite del castello Torquato Tasso, che vi rimase per circa tre mesi, pienamente soddisfatto del clima e del paesaggio, che, evidentemente, gli ispirarono i versi adatti alle sue composizioni poetiche. Oggi la struttura appartiene alla famiglia Maddalena,che lo ha acquisito nel 2015, nel tentativo di poterlo restaurare e renderlo fruibile all'intera comunità e alle attività turistiche per riqualificare il territorio e l'ambiente stesso di questo piccolo borgo di provincia.

Gallery

Scheda completa al 100%
Arricchisci o modifica questa scheda

Esiste già una scheda per questo luogo?
Segnalaci se questa scheda è un duplicato.

I contenuti di questa scheda sono generati dagli utenti e non riflettono un giudizio del FAI sul luogo.
Il FAI non è responsabile dell’eventuale violazione di copyright delle immagini pubblicate.
Contenuti impropri e utilizzi non corretti delle immagini possono essere segnalati a: iluoghidelcuore@fondoambiente.it.
Questo luogo è stato votato anche nel:
Censimento 2022

584° Posto

11 Voti
Censimento 2020

1,094° Posto

168 Voti
Censimento 2018

1,249° Posto

72 Voti
Censimento 2016

5,628° Posto

11 Voti
Censimento 2014

10,916° Posto

1 Voti
0

Scopri altri luoghi vicini

592°
3 voti

Fiume, torrente, lago

RIVO DI CONCA

CONCA DELLA CAMPANIA, CASERTA

563°
32 voti

Area naturale

LE CIAMPATE DEL DIAVOLO

TORA E PICCILLI, CASERTA

585°
10 voti

Area urbana, piazza

CENTRO ANTICO DI TORA DETTO CASTELLO DI TORA

TORA, CASERTA

594°
1 voto

Castello, rocca

CASTELLO FEUDALE

GROTTOLE, MATERA

Scopri altri luoghi simili

17°
13,011 voti

Castello, rocca

CASTELLI TAPPARELLI D'AZEGLIO

LAGNASCO, CUNEO

57°
4,794 voti

Castello, rocca

CASTELLO DI CAPACCIO E CAPUTAQUIS MEDIEVALE

CAPACCIO, SALERNO

61°
4,665 voti

Castello, rocca

CASTELLO CHIANOCCO

CHIANOCCO, TORINO

120°
2,617 voti

Castello, rocca

CASTELLO TRAMONTANO

MATERA

Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati

CASTELLO DI CONCA DELLA CAMPANIA

CONCA DELLA CAMPANIA, CASERTA

Condividi
CASTELLO DI CONCA DELLA CAMPANIA
Conca della Campania lega le sue origini ai monaci benedettini della celebre Abbazia di Montecassino, i quali, già nell' VIII secolo, scoprirono la fertilità di queste terre e la salubrità del clima, iniziando una massiccia opera di bonifica, costruendovi i primi villaggi e case coloniche, nonché il possente maniero denominato "Pilanum", che fu la loro iniziale dimora. Intorno all'anno 1000 i benedettini costruirono un altro castello a protezione del primo, che fu più volte fatto segno di tentativi d'invasione per la sua vulnerabile posizione. In questa seconda fortezza, visibile ancora oggi al centro del paese, abitarono per circa duecento anni, con un percorso storico denso di avvenimenti. Le tappe più rilevanti cominciarono nel 1049, quando gli abitanti del castello riuscirono ad opporsi con successo ai principi longobardi di Capua. Nel 1417 Conca divenne feudo della famiglia di Giovanni Antonio Marzano e poi del figlio Marino. Nel 1419 Matteo De Capua si impadronì del feudo, ma fu soppiantato, subito dopo, da Giulio Cesare De Capua, che si avvalse dell'aiuto di Filippo II. Verso la fine del '700 i De Capua furono detronizzati dagli Invitti che ressero Conca con il titolo di "Principi", fino alla soppressione dei feudi, avvenuta nel 1816. Nel 1850 il castello divenne proprietà della famiglia Galdieri. Dieci secoli di vita hanno cambiato inevitabilmente qualche connotato all'antico maniero, come la torretta di avvistamento, che oggi si presenta decapitata, seppure rimangono le caratteristiche feritoie. Nell'atrio che apre al grande cortile interno è ancora parzialmente visibile un pregevole affresco raffigurante un Abate di Montecassino mentre riceve in udienza il clero diocesano. Questo dipinto, che abbraccia una parete è chiaramente successivo alla costruzione del castello ed è un eloquente riferimento ai monaci fondatori. Il portale d'ingresso, di scuola catalana, è della stessa epoca degli affreschi (sec. XVI), fatto costruire a protezione di uomini e cose, quando prima ci pensavano le guardie. La fortezza aveva alcuni passaggi segreti, uno dei quali la metteva in comunicazione con il castello di Riardo, un altro portava oltre le mura di cinta , nella zona bassa, ancor oggi denominata "Rivo", un altro ancora comunicava con il quattrocentesco monastero domenicano, poco distante. All'inizio del XVI secolo, il principe del tempo, Matteo De Capua, commissionò ad un rinomato pittore della vicina Pietravairano, un trittico su tavola, riproducente la Madonna delle Grazie al centro, ed ai lati San Pietro e San Paolo, contitolari della Collegiata di Conca. L'opera fu installata nella cappella del castello dove rimase fino al 1770, epoca in cui si insediò il principe Carlo Invitti, il quale, prima ancora di prendere possesso del castello, donò il dipinto alla Collegiata di Conca allo scopo di accattivarsi le simpatie del popolo. Nel 1592 fu ospite del castello Torquato Tasso, che vi rimase per circa tre mesi, pienamente soddisfatto del clima e del paesaggio, che, evidentemente, gli ispirarono i versi adatti alle sue composizioni poetiche. Oggi la struttura appartiene alla famiglia Maddalena,che lo ha acquisito nel 2015, nel tentativo di poterlo restaurare e renderlo fruibile all'intera comunità e alle attività turistiche per riqualificare il territorio e l'ambiente stesso di questo piccolo borgo di provincia.
Campagne in corso in questo luogo
Storico campagne in questo luogo
I Luoghi del Cuore
2014, 2016, 2018, 2020, 2022
Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te