I Luoghi del Cuore
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CASTELLO DI FINALE EMILIA

CASTELLO DI FINALE EMILIA

FINALE EMILIA, MODENA

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CASTELLO DI FINALE EMILIA
Situato lungo l'antico corso del fiume Panaro, nel centro della città (oggi via Trento Trieste), il Castello delle Rocche, che mantiene pressochè intatto l'impianto quattrocentesco, è il monumento che più si identifica la città. Fu costruito nel 1402 su di una più antica struttura fortificata, quasi certamente un'antica porta di accesso alla Finale Emilia medievale, su ordine del marchese Nicolò III d'Este che ne affidò i lavori al già noto architetto militare Bartolino Ploti da Novara, autore dei castelli di Ferrara (1358) e di Mantova (1395). Un fossato lo circondava su tre lati, mentre sul quarto lato il fiume costituiva un naturale elemento di difesa del castello, che esercitava uno stretto controllo sul passaggio fluviale. Nel 1425 interviene un altro famoso architetto, Giovanni da Siena, non per fortificare ulteriormente il fabbricato, bensì per adattarlo a residenza degli Estensi. Vengono cosi' abbattute parte delle cortine merlate sul lato del fiume per dare luce al prezioso loggiato a tre ordini, costruito nel cortile interno e che permette l'accesso alle sale della Rocca. Gli interni vengono affrescati, così come anche l'esterno, chiamando pittori e decoratori, tra i quali probabilmente anche il ferrarese Ettore Bonaccolsi. All'intervento di Giovanni di Siena è pure da attribuire la costruzione di un elegante ingresso al castello per via d'acqua sul lato est, dove sono collocate le due aquile estensi: una in cotto, oggi rimossa e collocata presso il museo civico, l'altra in arenaria, situata sul mastio. Divenuto di proprietà comunale nel 1864, il castello fu sottoposto ad una prima serie di importanti interventi di restauro e consolidamento solamente a partire dal 1896, in occasione della chiusura del ramo della Lunga del fiume Panaro. In quell'epoca, oltre allo sterro del cortile e di parte dei locali sotterranei, viene consolidato il mastio, alto 35 metri. Fino alla metà del Novecento il castello è sede delle carceri mandamentali. Intorno agli anni 80 viene intrapreso un lungo e ambizioso progetto di restituire funzionalità pubblica all'edificio. Parallelamente i lavori di restauro, interrotti e ripresi più volte, sono state effettuate anche alcune ricognizioni archeologiche che hanno permesso di conoscere meglio le strutture più antiche dell'edificio, nonchè di recuperare preziosi reperti archeologici oggi esposti al Museo Civico. Purtroppo, il terremoto del 20 maggio ne ha distrutto buona parte, togliendo ai cittadini di Finale Emilia il simbolo piu' importante della loro storia.

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Situato lungo l'antico corso del fiume Panaro, nel centro della città (oggi via Trento Trieste), il Castello delle Rocche, che mantiene pressochè intatto l'impianto quattrocentesco, è il monumento che più si identifica la città. Fu costruito nel 1402 su di una più antica struttura fortificata, quasi certamente un'antica porta di accesso alla Finale Emilia medievale, su ordine del marchese Nicolò III d'Este che ne affidò i lavori al già noto architetto militare Bartolino Ploti da Novara, autore dei castelli di Ferrara (1358) e di Mantova (1395). Un fossato lo circondava su tre lati, mentre sul quarto lato il fiume costituiva un naturale elemento di difesa del castello, che esercitava uno stretto controllo sul passaggio fluviale. Nel 1425 interviene un altro famoso architetto, Giovanni da Siena, non per fortificare ulteriormente il fabbricato, bensì per adattarlo a residenza degli Estensi. Vengono cosi' abbattute parte delle cortine merlate sul lato del fiume per dare luce al prezioso loggiato a tre ordini, costruito nel cortile interno e che permette l'accesso alle sale della Rocca. Gli interni vengono affrescati, così come anche l'esterno, chiamando pittori e decoratori, tra i quali probabilmente anche il ferrarese Ettore Bonaccolsi. All'intervento di Giovanni di Siena è pure da attribuire la costruzione di un elegante ingresso al castello per via d'acqua sul lato est, dove sono collocate le due aquile estensi: una in cotto, oggi rimossa e collocata presso il museo civico, l'altra in arenaria, situata sul mastio. Divenuto di proprietà comunale nel 1864, il castello fu sottoposto ad una prima serie di importanti interventi di restauro e consolidamento solamente a partire dal 1896, in occasione della chiusura del ramo della Lunga del fiume Panaro. In quell'epoca, oltre allo sterro del cortile e di parte dei locali sotterranei, viene consolidato il mastio, alto 35 metri. Fino alla metà del Novecento il castello è sede delle carceri mandamentali. Intorno agli anni 80 viene intrapreso un lungo e ambizioso progetto di restituire funzionalità pubblica all'edificio. Parallelamente i lavori di restauro, interrotti e ripresi più volte, sono state effettuate anche alcune ricognizioni archeologiche che hanno permesso di conoscere meglio le strutture più antiche dell'edificio, nonchè di recuperare preziosi reperti archeologici oggi esposti al Museo Civico. Purtroppo, il terremoto del 20 maggio ne ha distrutto buona parte, togliendo ai cittadini di Finale Emilia il simbolo piu' importante della loro storia.
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