Un cancello dalla “strada nuova” si apre su un mondo antico. Il primo incontro è con un uliveto secolare attraversato da un sentiero ombroso e raccolto che accompagna al vigneto: rigorose geometrie che colorano il campo al variare delle stagioni parlano di cura del territorio e lodevole perseguimento di una produttività che diventa vita e futuro. Tra le ampie fasce, segnate da regolarissimi filari ecco un vecchio “andamento” che in moderata salita accompagna alla base del convento, circondato da orti curati e variamente piantumati. Il convento si affaccia sulla sua campagna con locali “tecnici” che le suore, con puntiglioso e rigido nitore, hanno svuotato, ripulito, restaurato e restituito alle funzioni primitive: il magazzino per gli attrezzi, le dispense per i prodotti del raccolto, l’essiccatoio ed il fienile, l’immancabile “lona” immersa nel capelvenere, percorsi dalle architetture remote restituiti nel rigoglio degli acciottolati originali, nicchie annegate nel verde di piccole felci e delicato capelvenere … grazie davvero alle laboriose Clarisse che ci hanno regalato un magico viaggio nel tempo.