I Luoghi del Cuore
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DIGA DEL VAJONT

DIGA DEL VAJONT

ERTO E CASSO, PORDENONE

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DIGA DEL VAJONT
La Diga del Vajont è stata teatro della tragedia procurata dalla frana del monte Toc nel lago artificiale della diga il 9 ottobre 1963. La diga venne costruita negli anni tra il 1957 e il 1960 dall’ingegnere Carlo Semenza, nel territorio del comune di Erto e Casso. Ha una struttura ad arco (ossia possiede uno sbarramento delle acque di forma curvilinea) e ancora oggi è la quinta diga più alta del mondo. Il suo scopo principale era di fungere da serbatoio di regolazione per le acque del fiume Piave, del torrente Maè e del torrente Boite, sfruttando al massimo tutte le acque ed i salti disponibili del fiume e dei suoi affluenti, e alimentare così piccole centrali idroelettriche nella zona attorno al bacino del Vajont; esso venne presto compromesso prima dalla frana del Lago di Pontesei e poi dalla frana che causò il disastro negli anni '60. Negli ultimi anni la memoria di questa tragedia ha generato frequenti visite guidate alla diga, oggi dell’ENEL: è stato allestito il museo del Vajont visitabile presso il Centro Visite del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane di Erto e Casso e dal 2007 è stato aperto al pubblico il coronamento della diga. Si possono percorrere i primi venti metri di coronamento e osservare l'impressionante scenario della frana del Monte Toc e della valle sottostante di Longarone, spazzata via in una notte.

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La Diga del Vajont è stata teatro della tragedia procurata dalla frana del monte Toc nel lago artificiale della diga il 9 ottobre 1963. La diga venne costruita negli anni tra il 1957 e il 1960 dall’ingegnere Carlo Semenza, nel territorio del comune di Erto e Casso. Ha una struttura ad arco (ossia possiede uno sbarramento delle acque di forma curvilinea) e ancora oggi è la quinta diga più alta del mondo. Il suo scopo principale era di fungere da serbatoio di regolazione per le acque del fiume Piave, del torrente Maè e del torrente Boite, sfruttando al massimo tutte le acque ed i salti disponibili del fiume e dei suoi affluenti, e alimentare così piccole centrali idroelettriche nella zona attorno al bacino del Vajont; esso venne presto compromesso prima dalla frana del Lago di Pontesei e poi dalla frana che causò il disastro negli anni '60. Negli ultimi anni la memoria di questa tragedia ha generato frequenti visite guidate alla diga, oggi dell’ENEL: è stato allestito il museo del Vajont visitabile presso il Centro Visite del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane di Erto e Casso e dal 2007 è stato aperto al pubblico il coronamento della diga. Si possono percorrere i primi venti metri di coronamento e osservare l'impressionante scenario della frana del Monte Toc e della valle sottostante di Longarone, spazzata via in una notte.
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