L’imponente edificio di culto, costruito a ridosso delle mura urbiche ove era il sacello di Sant’Anastasio (oggi visibile sotto la pavimentazione del portico), ha origini romaniche, con una ipotesi di datazione post 1174. In epoche rinascimentale e barocca, l’edificio fu trasformato ed ampliato. Risultano più antichi la chiesa primitiva, attuale cripta, ed i frammenti lapidei conservati nella sacrestia ascrivibili al IX sec. circa. La cripta si presenta come un’aula divisa in tre navate ed absidata, ripartita da quattro colonne e situata attualmente sotto la navata centrale della cattedrale. Un tempo doveva essere completamente in superficie, vista la presenza delle monofore absidali, mentre oggi si trova a circa tre metri di profondità rispetto al piano calpestabile. Risale presumibilmente al sec. XVI l’utilizzo della stessa come sepoltura vescovile, mentre l’intervento di restauro più significativo fu opera di Luigi Lanzi nel 1904.