I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
lustrola

LUSTROLA

GRANAGLIONE, BOLOGNA

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LUSTROLA
Attorno all'anno mille, i Bolognesi fusero i borghi di Granaglione e Sùccida, l'odierna Borgo Capanne, in un unico comune, al quale aggiunsero poi Boschi e Lustrola, allora chiamata Buscola il cui governo era concentrato nelle mani di poche famiglie, tra le più ricche della comunità, i cosiddetti antichi originari.
Il paese svolge il suo ruolo pubblico fino al 1798, anno in cui il governo di dominazione francese, affida le insegne comunali a Granaglione.
Alcune fonti affermano la presenza, a circa 100 metri verso il fiume Reno, di alcuni resti di un abitato, che si dice fosse Rimaiola, la prima Lustrola.
Verso le Capanne, sul monte, alcuni sassi ci svelano la presenza in quel luogo di un castello fortificato: Castel Martino, possedimento di Matilde di Canossa. Nel 1307 i conti di Panico alleati a quelli di Montecucolo, distrussero il forte allora difeso dalla gente di Gaggio; una leggenda attribuisce invece il fatto ad un attacco utilizzando catapulte da parte di Federico Barbarossa.
A cavallo dei secoli XI e XII, nella parte alta di Lustrola, sorge la chiesa di San Lorenzo, di cui si ha la prima documentazione nel 1200; dopo il '300 fu unita alla pieve di Sùccida (Capanne), in età moderna riottenne la sua autonomia.
Per le particolari condizioni di isolamento dovute alle scarse vie di comuni-cazione, e per l'asprezza delle condizioni climatiche e geografiche, la vita della popolazione si è protratta immutata nei secoli, basando le poche attività essenzialmente sullo sfruttamento dei boschi e dei castagneti così ampiamente diffusi nella zona; solo nel 1914 Lustrola potè essere collegata agli altri borghi ed al capoluogo di Granaglione con una strada carrozzabile.
Prima di allora i vari villaggi erano raggiungibili solo grazie a sentieri e mulattiere.
I cosidetti emigranti stagionali, tornavano ad ogni primavera per dedicarsi alla coltivazione dei piccoli campi ricavati terrazzando i fianchi del monte, e la loro partenza in autunno non avveniva prima di avere raccolto le castagne, la cui farina rappresentava l'unica fonte di sostentamento per donne, vecchi e bambini durante i duri mesi invernali, la coltivazione dei castagneti e la trasformazione del loro prodotto hanno costituito in passato l'attività agricola principale della zona e di ciò resta vasta traccia nella cultura popolare e nel paesaggio.

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Il paese svolge il suo ruolo pubblico fino al 1798, anno in cui il governo di dominazione francese, affida le insegne comunali a Granaglione.
Alcune fonti affermano la presenza, a circa 100 metri verso il fiume Reno, di alcuni resti di un abitato, che si dice fosse Rimaiola, la prima Lustrola.
Verso le Capanne, sul monte, alcuni sassi ci svelano la presenza in quel luogo di un castello fortificato: Castel Martino, possedimento di Matilde di Canossa. Nel 1307 i conti di Panico alleati a quelli di Montecucolo, distrussero il forte allora difeso dalla gente di Gaggio; una leggenda attribuisce invece il fatto ad un attacco utilizzando catapulte da parte di Federico Barbarossa.
A cavallo dei secoli XI e XII, nella parte alta di Lustrola, sorge la chiesa di San Lorenzo, di cui si ha la prima documentazione nel 1200; dopo il '300 fu unita alla pieve di Sùccida (Capanne), in età moderna riottenne la sua autonomia.
Per le particolari condizioni di isolamento dovute alle scarse vie di comuni-cazione, e per l'asprezza delle condizioni climatiche e geografiche, la vita della popolazione si è protratta immutata nei secoli, basando le poche attività essenzialmente sullo sfruttamento dei boschi e dei castagneti così ampiamente diffusi nella zona; solo nel 1914 Lustrola potè essere collegata agli altri borghi ed al capoluogo di Granaglione con una strada carrozzabile.
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