Millenni di lotta per coltivare, per muoversi, per strappare faticosamente alla montagna indispensabili risorse: pietra, legno, terra da coltivare e per i pascoli.
La verticalità stessa era il principale elemento di sopravvivenza: tutta la loro economia era basata sugli spostamenti altitudinali stagionali, in base ai ritmi della natura. Ne sono testimonianza le ciclopiche opere di terrazzamento destinate alla coltivazione ed una fitta rete di strade e sentieri che segnavano i versanti vallivi collegando il fondovalle ai maggenghi e agli alpeggi.
Per le comunità della Val Grande le risorse erano particolarmente povere: raggiungere gli alpeggi poteva significare accompagnare un bovino alla volta lungo stretti e scoscesi sentieri, oppure raccogliere la poca acqua piovana in cisterne di pietra, strappando la sopravvivenza alla montagna, in una quotidiana "vita in salita".