I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
VILLA ALARI

VILLA ALARI

CERNUSCO SUL NAVIGLIO, MILANO

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VILLA ALARI

La settecentesca Villa Alari Visconti di Saliceto è, fra le "ville di delizia" del milanese, tra le più degne di particolare menzione. Si ha notizia che il committente, Giacinto Alari (1668-1753), avesse fin dal 1702 acquistato i terreni sui quali sarebbe sorto l'edificio; i lavori iniziarono nel 1703 e si conclusero nel 1719. Tuttavia, a ragione della vastità del progetto, affidato "in toto" all'architetto romano Giovanni Ruggeri e della certezza della data di consacrazione della Cappella dedicata a San Giacinto, la data di conclusione dei lavori può essere ragionevolmente spostata al 1725, anno nel quale è definitivamente conclusa la decorazione a stucco e ad affresco. Il complesso sorge ai margini dell'abitato, a nord della Martesana e si articola secondo un asse di sviluppo longitudinale; verso il centro storico di Cernusco, una corte fiancheggiata da due ali di fabbricato e chiusa da un corpo centrale più alto; la fronte retrostante, considerata come facciata principale, si affaccia sul giardino con accesso al Naviglio della Martesana. Il corpo centrale era adibito a funzioni residenziali, i fabbricati laterali con le annesse corti rustiche ai servizi e alle attività agricole. Il disegno delle decorazioni del pian terreno (1720-25), che comprende anche i ferri battuti, è unanimemente ascritto a Giovanni Ruggeri. I soggetti degli affreschi sono scene allegoriche e episodi della mitologia antica. In tale campagna furono coinvolti Giovan Angelo Borroni, Francesco Fabbrica, Pietro Maggi, Salvatore Bianchi, Giovanni Antonio Cucchi e, dubitativamente, Francesco Bianchi. Fra il 1772 e il 1776 la villa conobbe un periodo di splendore, poiché ospitò, nei mesi di villeggiatura, l'arciduca Ferdinando d'Asburgo, governatore della Lombardia austriaca, e la consorte Maria Beatrice Ricciarda d'Este con la loro corte. Gli Alari entrarono in trattative col governo di Vienna per vendere definitivamente la villa agli arciduchi, ma l'affare non andò in porto. Estintasi nel 1831 con la morte di Saulo Alari (1778-1831) la famiglia Alari, la proprietà della villa passò ai Visconti di Saliceto. A metà del Novecento, l’Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli divenne proprietario della villa, trasformandola in ospedale psichiatrico. La villa è chiusa dal 2004, anno del trasloco dell’ospedale psichiatrico in un nuovo centro. I due cortili laterali sono stati ceduti dall’Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli, proprietario della villa dal 1948 al 2007, ad un costruttore, mentre il Comune ha acquisito il corpo centrale. Nei cortili sono stati costruiti appartamenti ad uso abitativo, e uffici, attualmente ancora non abitati. Si sono verificati infiltrazioni dal tetto e la caduta di parte del cornicione, causa dell’attuale inagibilità. Gli affreschi non si presentano in ottime condizioni a causa l’umidità. L’affresco della volta dello scalone è stato recentemente sottoposto ad intervento di consolidamento. Gli arredi e la quadreria sono stati dispersi nei vari passaggi di proprietà.

Anche a seguito del Censimento de “I Luoghi del Cuore”, per Villa Alari sono stati stanziati dalla Regione quasi 2 milioni di euro di finanziamenti per la messa in sicurezza e il restauro della dimora. Negli ultimi anni, il Comune ha già dato avvio ad una serie di interventi che hanno coinvolto la cappella (ora aperta per la celebrazione di riti civili) e la facciata.

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La settecentesca Villa Alari Visconti di Saliceto è, fra le "ville di delizia" del milanese, tra le più degne di particolare menzione. Si ha notizia che il committente, Giacinto Alari (1668-1753), avesse fin dal 1702 acquistato i terreni sui quali sarebbe sorto l'edificio; i lavori iniziarono nel 1703 e si conclusero nel 1719. Tuttavia, a ragione della vastità del progetto, affidato "in toto" all'architetto romano Giovanni Ruggeri e della certezza della data di consacrazione della Cappella dedicata a San Giacinto, la data di conclusione dei lavori può essere ragionevolmente spostata al 1725, anno nel quale è definitivamente conclusa la decorazione a stucco e ad affresco. Il complesso, che sorge ai margini dell'abitato, a nord della Martesana, si articola secondo un asse di sviluppo longitudinale; verso il centro storico di Cernusco, un atrio attraverso una cancellata introduce ad una corte, fiancheggiata da due ali di fabbricato e chiusa da un corpo centrale più alto, aperto da un portico da cui si diparte lo scalone d'onore che porta agli ambienti di rappresentanza del piano nobile, disimpegnati peraltro anche da una rete di scale minori; la fronte retrostante, considerata come facciata principale, si affaccia sul giardino con accesso al Naviglio della Martesana. Il corpo centrale era adibito a funzioni residenziali, i fabbricati laterali con le annesse corti rustiche ai servizi e alle attività agricole. La maggior parte degli ambienti del corpo centrale, sia al piano terreno sia al piano nobile, sono affrescati e decorati da stucchi, in qualche caso estesi alle pareti e dal carattere unitario (1720-25): il disegno di tali decorazioni, che comprende anche i ferri battuti, è unanimemente ascritto a Giovanni Ruggeri. I soggetti degli affreschi sono scene allegoriche e episodi della mitologia antica. In tale campagna furono coinvolti Giovan Angelo Borroni, Francesco Fabbrica, Pietro Maggi, Salvatore Bianchi, Giovanni Antonio Cucchi e, dubitativamente, Francesco Bianchi. Fra il 1772 e il 1776 la villa conobbe un periodo di splendore, poiché ospitò, nei mesi di villeggiatura, l'arciduca Ferdinando d'Asburgo, governatore della Lombardia austriaca, e la consorte Maria Beatrice Ricciarda d'Este con la loro corte. Gli Alari entrarono in trattative col governo di Vienna per vendere definitivamente la villa agli arciduchi, ma l'affare non andò in porto. Estintasi nel 1831 con la morte di Saulo Alari (1778-1831) la famiglia Alari, la proprietà della villa passò ai Visconti di Saliceto. A metà del Novecento, l’Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli divenne proprietario della villa, trasformandola in ospedale psichiatrico. La villa è chiusa dal 2004, anno del trasloco dell’ospedale psichiatrico in un nuovo centro. I due cortili laterali sono stati ceduti dall’Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli, proprietario della villa dal 1948 al 2007, ad un costruttore, mentre il Comune ha acquisito il corpo centrale. Nei cortili sono stati costruiti appartamenti ad uso abitativo, e uffici, attualmente ancora non abitati. Si sono verificati infiltrazioni dal tetto e la caduta di parte del cornicione, causa dell’attuale inagibilità. Gli affreschi non si presentano in ottime condizioni a causa l’umidità. L’affresco della volta dello scalone è stato recentemente sottoposto ad intervento di consolidamento. Gli arredi e la quadreria sono stati dispersi nei vari passaggi di proprietà.
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