I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
ANFITEATRO ROMANO

ANFITEATRO ROMANO

SANTA MARIA CAPUA VETERE, CASERTA

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ANFITEATRO ROMANO
L'edificio presentava ima, media, summa cavea ed attico, accessibili attraverso scale interne ed esterne, impostati su altrettanti livelli di gallerie in opus latericium comunicanti, e si apriva in facciata con ottanta arcate realizzate in blocchi di calcare di uguale ampiezza ad eccezione di quelle poste in corrispondenza dei quattro punti cardinali, coincidenti con gli ingressi principali. Esse erano enfatizzate dalla presenza di semicolonne appoggiate ai pilastri in ordine tuscanico, come quelle in parte conservate all'entrata orientale. Le chiavi d'arco dei primi due ordini di archi della facciata erano arricchite da duecentoquaranta busti a rilievo di divinità, tra le quali: Giove, Giunone, Demetra, Diana, Mercurio, Minerva, Volturno, Apollo, e Mitra, oltre a teste di Pan, satiri e maschere teatrali, nel terzo ordine. Di esse se ne conservano solo venti in loco, poche altre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed al Museo Provinciale Campano. Il perimetro esterno della platea che circonda l'edificio, realizzata in blocchi di calcare in fasce concentriche, era delimitato da cippi lisci e scolpiti, di cui se ne conserva uno con l'immagine a rilievo d'Ercole sulla facciata verso l'anfiteatro ed un altro con Silvano sulla facciata esterna; tra i cippi erano installate transenne per separare il marciapiede dall'area circostante. Le gradinate della cavea erano rivestite in marmo e la summa cavea era sovrastata da un portico ornato con statue e colonne. Le parti ornamentali sono andate quasi tutte perdute ad eccezione di una Venere, il c.d. Adone ed il gruppo di Amore e Psiche; si sono invece conservati i plutei frontonali e le balaustre dei vomitoria. I primi, collocati in origine sull'architrave della porta, mostrano scene mitologiche e di carattere commemorativo a rilievo; le altre, poste come corrimano ai lati degli ultimi scalini, erano scolpiti su entrambi i lati con animali esotici o con scene di caccia tra animali. Il piano dell'arena era costituito da tavoloni di legno cosparsi di sabbia per consentire lo svolgimento dei combattimenti, al si sotto del quale si sviluppavano i sotterranei, comunicanti tra loro mediante corridoi ed accessibili attraverso quattro scalette presenti negli ambienti di servizio, ubicati dietro il podio ed utilizzati per i macchinari e gli apparati scenici. L'ingresso principale, che consentiva di raggiungere i sotterranei è collocato sul lato occidentale. Sul lato orientale si trovava un condotto di collegamento ad una cisterna costruita in opus reticulatum, nella quale si raccoglieva l'acqua per la pulizia dei sotterranei. Nella seconda navata a nord dell'ingresso occidentale è una cappella di V-VI secolo d.C.

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L'edificio presentava ima, media, summa cavea ed attico, accessibili attraverso scale interne ed esterne, impostati su altrettanti livelli di gallerie in opus latericium comunicanti, e si apriva in facciata con ottanta arcate realizzate in blocchi di calcare di uguale ampiezza ad eccezione di quelle poste in corrispondenza dei quattro punti cardinali, coincidenti con gli ingressi principali. Esse erano enfatizzate dalla presenza di semicolonne appoggiate ai pilastri in ordine tuscanico, come quelle in parte conservate all'entrata orientale. Le chiavi d'arco dei primi due ordini di archi della facciata erano arricchite da duecentoquaranta busti a rilievo di divinità, tra le quali: Giove, Giunone, Demetra, Diana, Mercurio, Minerva, Volturno, Apollo, e Mitra, oltre a teste di Pan, satiri e maschere teatrali, nel terzo ordine. Di esse se ne conservano solo venti in loco, poche altre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed al Museo Provinciale Campano. Il perimetro esterno della platea che circonda l'edificio, realizzata in blocchi di calcare in fasce concentriche, era delimitato da cippi lisci e scolpiti, di cui se ne conserva uno con l'immagine a rilievo d'Ercole sulla facciata verso l'anfiteatro ed un altro con Silvano sulla facciata esterna; tra i cippi erano installate transenne per separare il marciapiede dall'area circostante. Le gradinate della cavea erano rivestite in marmo e la summa cavea era sovrastata da un portico ornato con statue e colonne. Le parti ornamentali sono andate quasi tutte perdute ad eccezione di una Venere, il c.d. Adone ed il gruppo di Amore e Psiche; si sono invece conservati i plutei frontonali e le balaustre dei vomitoria. I primi, collocati in origine sull'architrave della porta, mostrano scene mitologiche e di carattere commemorativo a rilievo; le altre, poste come corrimano ai lati degli ultimi scalini, erano scolpiti su entrambi i lati con animali esotici o con scene di caccia tra animali. Il piano dell'arena era costituito da tavoloni di legno cosparsi di sabbia per consentire lo svolgimento dei combattimenti, al si sotto del quale si sviluppavano i sotterranei, comunicanti tra loro mediante corridoi ed accessibili attraverso quattro scalette presenti negli ambienti di servizio, ubicati dietro il podio ed utilizzati per i macchinari e gli apparati scenici. L'ingresso principale, che consentiva di raggiungere i sotterranei è collocato sul lato occidentale. Sul lato orientale si trovava un condotto di collegamento ad una cisterna costruita in opus reticulatum, nella quale si raccoglieva l'acqua per la pulizia dei sotterranei. Nella seconda navata a nord dell'ingresso occidentale è una cappella di V-VI secolo d.C.
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