Situata tra gli ulivi, ai confini del Parco, l’opera invita il visitatore a un percorso meditativo. Salendo alcuni gradini si arriva a uno spiazzo quadrato delimitato da segmenti di pietra serena che fin dal medioevo costituivano le canalette dell’acquedotto di Celle. Si passa poi attraverso due altissime colonne in legno che indirizzano il visitatore verso un lungo corridoio incassato tra due alti muri in pietra, degradanti. A metà percorso si trova un piccolo getto d’acqua posto al centro di due nicchie, munite di bassi sedili in marmo, che rappresentano una sosta per la purificazione e la riflessione. In fondo al corridoio una porta si apre su un cunicolo stretto e sinuoso che penetra la collina. Il percorso, che sembra pieno di insidie, porta invece alla luce e alla ragione: una scala a chiocciola conduce in alto e, sbucando dal terreno, ci si trova all’interno di un grande cubo di vetro che anticipa l’uscita definitiva.