I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare

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Il Bosso, noto anche con i nomi di Bossolo o di Mortella, è un arbusto sempreverde diffuso in Italia soprattutto nel Centro-Nord. Si tratta di una pianta a lenta crescita molto utilizzata, soprattutto in passato, per scopi ornamentali. Grazie alla sua adattabilità alla potatura fu impiegata, sin dall’epoca Romana, per la realizzazione di siepi formali o per sagomarla in figure artificiali zoomorfe e antropomorfe. Il legno del Bosso è molto duro e in passato veniva utilizzato per la realizzazione di piccoli contenitori nei quali, ad esempio, riporre i dadi o “i suffragi delle votazioni”. L’Acero campestre è un piccolo albero diffuso nell'Europa centrale e meridionale, nelle zone più fresche dell'Africa settentrionale, nella zona del Mar Nero, che si spinge fino al Caucaso e i monti dell'Iran . Si può confondere con l’Acero minore (Acer monspessulanum L.) infatti la foglia del campestre è pentalobata (5 lobi) dei quali, talvolta, i due basali sono poco evidenti così da sembrare trilobata (3 lobi) come la foglia tipica di Acer monspessulanum. Il legno dell’acero campestre veniva impiegato per produrre giocattoli, manici di attrezzi agricoli e calci di fucile. Il Tasso è un albero sempreverde diffuso in tutta Italia, in Europa dove si spinge a nord, sino alla Scandinavia e, a est, sino al Caucaso e all’Asia minore. Utilizzato a scopi ornamentali per creare siepi formali regolari e per essere utilizzato nell’arte topiaria, è storicamente associato alla morte tanto da essere soprannominato “l’albero della morte”. Tale nome comune deriva dal fatto che la pianta, ad eccezione dell’arillo (l’involucro carnoso, di colore rosso, che avvolge il seme), contiene la tassina, un alcaloide tossico sia per l’uomo che per gli animali. Forse a causa di ciò il mondo antico associò il tasso al mondo dei morti. Il legno è resistente e abbastanza flessibile tanto che con esso si fabbricavano archi per la caccia e la guerra. Il leccio è una quercia sempreverde mediterranea che cresce nell’area dell’olivo. In Italia è diffusa spingendosi, a nord, fino alle Prealpi Carniche. Conosciuto nel mondo antico, ricoprì significati simbolici molteplici. Ad esempio Plinio il Vecchio afferma che la corona civica era formata, inizialmente, dalle foglie del leccio mentre Pausania riferisce che una foresta Sacra, consacrata a Era, era costituita da olivi e lecci che crescevano dalle stesse radici. I Greci, in un secondo tempo, associarono il leccio alla morte tanto che le tre Parche funerarie si cingevano il capo con corone di foglie di leccio. Il legno del leccio è molto duro, utilizzato, per lo più, come legna da ardere.

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Il Bosso, noto anche con i nomi di Bossolo o di Mortella, è un arbusto sempreverde diffuso in Italia soprattutto nel Centro-Nord. Si tratta di una pianta a lenta crescita molto utilizzata, soprattutto in passato, per scopi ornamentali. Grazie alla sua adattabilità alla potatura fu impiegata, sin dall’epoca Romana, per la realizzazione di siepi formali o per sagomarla in figure artificiali zoomorfe e antropomorfe. Il legno del Bosso è molto duro e in passato veniva utilizzato per la realizzazione di piccoli contenitori nei quali, ad esempio, riporre i dadi o “i suffragi delle votazioni”. L’Acero campestre è un piccolo albero diffuso nell'Europa centrale e meridionale, nelle zone più fresche dell'Africa settentrionale, nella zona del Mar Nero, che si spinge fino al Caucaso e i monti dell'Iran . Si può confondere con l’Acero minore (Acer monspessulanum L.) infatti la foglia del campestre è pentalobata (5 lobi) dei quali, talvolta, i due basali sono poco evidenti così da sembrare trilobata (3 lobi) come la foglia tipica di Acer monspessulanum. Il legno dell’acero campestre veniva impiegato per produrre giocattoli, manici di attrezzi agricoli e calci di fucile. Il Tasso è un albero sempreverde diffuso in tutta Italia, in Europa dove si spinge a nord, sino alla Scandinavia e, a est, sino al Caucaso e all’Asia minore. Utilizzato a scopi ornamentali per creare siepi formali regolari e per essere utilizzato nell’arte topiaria, è storicamente associato alla morte tanto da essere soprannominato “l’albero della morte”. Tale nome comune deriva dal fatto che la pianta, ad eccezione dell’arillo (l’involucro carnoso, di colore rosso, che avvolge il seme), contiene la tassina, un alcaloide tossico sia per l’uomo che per gli animali. Forse a causa di ciò il mondo antico associò il tasso al mondo dei morti. Il legno è resistente e abbastanza flessibile tanto che con esso si fabbricavano archi per la caccia e la guerra. Il leccio è una quercia sempreverde mediterranea che cresce nell’area dell’olivo. In Italia è diffusa spingendosi, a nord, fino alle Prealpi Carniche. Conosciuto nel mondo antico, ricoprì significati simbolici molteplici. Ad esempio Plinio il Vecchio afferma che la corona civica era formata, inizialmente, dalle foglie del leccio mentre Pausania riferisce che una foresta Sacra, consacrata a Era, era costituita da olivi e lecci che crescevano dalle stesse radici. I Greci, in un secondo tempo, associarono il leccio alla morte tanto che le tre Parche funerarie si cingevano il capo con corone di foglie di leccio. Il legno del leccio è molto duro, utilizzato, per lo più, come legna da ardere.
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