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NECROPOLI PROTOSTORICA DI VALDIERI

NECROPOLI PROTOSTORICA DI VALDIERI

VALDIERI, CUNEO

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NECROPOLI PROTOSTORICA DI VALDIERI
Nel comune di Valdieri, a circa 800 m di quota, in seguito ai lavori di allargamento della strada vicinale delle Rive, la vecchia strada di collegamento fra Andonno e Valdieri, sono venuti alla luce a metà degli anni Ottanta del secolo scorso alcuni reperti archeologici. La Sovrintendenza ai beni archeologici del Piemonte, ha allora iniziato uno scavo su una superficie di 6.000 mq protrattosi per tutti gli anni '90 che ha portato alla scoperta di una necropoli protostorica (un antico sito di sepoltura). Circa novecento anni separano le sepolture più antiche risalenti all'età del Bronzo (1350-1200 a.C.) dalle ultime, databili all'età del Ferro (625-475 a.C. circa). Il numero piuttosto limitato delle deposizioni e la presenza di sepolture infantili sembrano indicare che questo sepolcreto fosse destinato a personaggi che in vita avevano svolto un ruolo particolare all'interno della comunità, forse legato alla sfera del sacro. Complessivamente, nelle diverse campagne di ricerca, sono state individuate dodici tombe tra cui un cenotafio (cioè una sepoltura senza defunto, realizzata per fornire una dimora all'anima del morto rimasto senza sepoltura o per ricordare un individuo mancato o sepolto in altro luogo) e tre strutture rituali. All'estremità settentrionale dell'area indagata è venuta anche alla luce una fossa a forma circolare contenente una grossa pietra infissa in posizione sub-verticale, emergente al di sopra del piano antico di calpestio per metà dell'altezza, interpretata dagli archeologi come segnacolo funerario. All'Età del Bronzo risalgono le prime tombe e le fosse rituali, di qualche secolo successivo è invece la struttura monumentale costruita più o meno nello stesso luogo che interferisce con la parte più antica della necropoli. Il complesso funerario, visibile sotto la tettoia che lo protegge, si organizza a partire da un ambiente centrale di probabile forma rettangolare. Intorno si collocano recinti quadrangolari, delimitati da bassi muretti a secco con sepolture sotto tumulo terragno. Tutte le tombe della necropoli di Valdieri sono a cremazione: quelle più antiche con deposizione dell'urna poggiante su di una lastra litica e contenente i resti ossei del defunto e gli elementi del corredo, all'interno di pozzetti scavati nel terreno. Fu forse l'abbondanza di legname adatto al rito inceneritorio a far scegliere questo luogo come area funeraria. Fin'ora non è stata trovata traccia del possibile insediamento dei "vivi". Parte della necropoli non esiste più perché con tutta evidenza parte del terrazzo sul quale insiste franò e fu erosa durante una delle piene del torrente Gesso che scorre poco più a valle. I corredi funerari, insieme alle ricostruzioni e ad altre informazioni sul sito archeologico sono in mostra presso il Museo della Resistenza e del Territorio di Valdieri, che si trova poco distante dal sito della necropoli, nei locali di Casa Lovera, uno degli edifici storici di Valdieri, appartenuto a un'antica famiglia nobiliare valdierese. Qui si possono osservare i reperti riportati alla luce dagli scavi: i cinerari alcuni rinvenuti pressoché integri, le armille di bronzo del tipo "Crissolo", gli anelli a globetti gli spilloni e le fibule a navicella inerenti all'età del ferro, e ancora frammenti di torques e un ago in osso a base appiattita e perforata relativi alle sepolture dell'età del bronzo. L'esposizione, a cura della Soprintendenza archeologia Belle Arti e paesaggio per le provincie di Alessandria, Asti e Cuneo, presenta anche reperti ritrovati in altre località della Valle Gesso provenienti da Desertetto, Terme di Valdieri, Roaschia, Entracque e Roccavione. Fonte: https://www.parcoalpimarittime.it/visita/da-vedere/necropoli-di-valdieri-e-museo

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Nel comune di Valdieri, a circa 800 m di quota, in seguito ai lavori di allargamento della strada vicinale delle Rive, la vecchia strada di collegamento fra Andonno e Valdieri, sono venuti alla luce a metà degli anni Ottanta del secolo scorso alcuni reperti archeologici. La Sovrintendenza ai beni archeologici del Piemonte, ha allora iniziato uno scavo su una superficie di 6.000 mq protrattosi per tutti gli anni '90 che ha portato alla scoperta di una necropoli protostorica (un antico sito di sepoltura). Circa novecento anni separano le sepolture più antiche risalenti all'età del Bronzo (1350-1200 a.C.) dalle ultime, databili all'età del Ferro (625-475 a.C. circa). Il numero piuttosto limitato delle deposizioni e la presenza di sepolture infantili sembrano indicare che questo sepolcreto fosse destinato a personaggi che in vita avevano svolto un ruolo particolare all'interno della comunità, forse legato alla sfera del sacro. Complessivamente, nelle diverse campagne di ricerca, sono state individuate dodici tombe tra cui un cenotafio (cioè una sepoltura senza defunto, realizzata per fornire una dimora all'anima del morto rimasto senza sepoltura o per ricordare un individuo mancato o sepolto in altro luogo) e tre strutture rituali. All'estremità settentrionale dell'area indagata è venuta anche alla luce una fossa a forma circolare contenente una grossa pietra infissa in posizione sub-verticale, emergente al di sopra del piano antico di calpestio per metà dell'altezza, interpretata dagli archeologi come segnacolo funerario. All'Età del Bronzo risalgono le prime tombe e le fosse rituali, di qualche secolo successivo è invece la struttura monumentale costruita più o meno nello stesso luogo che interferisce con la parte più antica della necropoli. Il complesso funerario, visibile sotto la tettoia che lo protegge, si organizza a partire da un ambiente centrale di probabile forma rettangolare. Intorno si collocano recinti quadrangolari, delimitati da bassi muretti a secco con sepolture sotto tumulo terragno. Tutte le tombe della necropoli di Valdieri sono a cremazione: quelle più antiche con deposizione dell'urna poggiante su di una lastra litica e contenente i resti ossei del defunto e gli elementi del corredo, all'interno di pozzetti scavati nel terreno. Fu forse l'abbondanza di legname adatto al rito inceneritorio a far scegliere questo luogo come area funeraria. Fin'ora non è stata trovata traccia del possibile insediamento dei "vivi". Parte della necropoli non esiste più perché con tutta evidenza parte del terrazzo sul quale insiste franò e fu erosa durante una delle piene del torrente Gesso che scorre poco più a valle. I corredi funerari, insieme alle ricostruzioni e ad altre informazioni sul sito archeologico sono in mostra presso il Museo della Resistenza e del Territorio di Valdieri, che si trova poco distante dal sito della necropoli, nei locali di Casa Lovera, uno degli edifici storici di Valdieri, appartenuto a un'antica famiglia nobiliare valdierese. Qui si possono osservare i reperti riportati alla luce dagli scavi: i cinerari alcuni rinvenuti pressoché integri, le armille di bronzo del tipo "Crissolo", gli anelli a globetti gli spilloni e le fibule a navicella inerenti all'età del ferro, e ancora frammenti di torques e un ago in osso a base appiattita e perforata relativi alle sepolture dell'età del bronzo. L'esposizione, a cura della Soprintendenza archeologia Belle Arti e paesaggio per le provincie di Alessandria, Asti e Cuneo, presenta anche reperti ritrovati in altre località della Valle Gesso provenienti da Desertetto, Terme di Valdieri, Roaschia, Entracque e Roccavione. Fonte: https://www.parcoalpimarittime.it/visita/da-vedere/necropoli-di-valdieri-e-museo
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