I Luoghi del Cuore
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PARCO DELLA RIMEMBRANZA

PARCO DELLA RIMEMBRANZA

SAN BONIFACIO, VERONA

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PARCO DELLA RIMEMBRANZA
Il Parco della Rimembranza, in località Motta di San Bonifacio, racchiude in sé segreti e storie di ogni tempo e genere, segreti che custodisce nel suo silenzio, tra le rovine di un antico maniero e l'albero di Giuda in fiore. Si tratta di un' altura dalla conformazione singolare, in quanto unico rilievo circondato da una distesa pianeggiante che si estende per ettari attorno: l'origine della collina, da cui la denominazione della località, è infatti vulcanica, e questo lo si riscontra anche nelle pietre more incluse nelle costruzioni presenti. Il parco, di forma anulare, si vede racchiuso in una cintura di edifici: ed ecco il secondo grande segreto del luogo, il fatto che anticamente vi sorgesse un castello ed un borgo, dotati di un sistema difensivo a mura concentriche, il cui impianto è ricalcato e traspare nella disposizione delle sobrie facciate di un'edilizia frugale, contadina. Il primo insediamento si rintraccia a partire dal IX secolo, in un piccolo eremo di monaci che fondarono la loro comunità attorno alla chiesetta dedicata a San Bonifacio; con l'accrescersi degli abitanti ed il passare dei secoli apparvero le prime fortificazioni, fino al subentrare sul territorio dei Conti di San Bonifacio, che eressero il vero e proprio castello. Del maniero non possiamo ormai che osservare desolanti rovine: fu raso al suolo dagli Scaligeri, lasciando in piedi solamente una pieve. Rimangono a noi tre imponenti massi, massi fatti di pietre e malta; un luogo morto, penserete voi; tutt'altro! La comunità del quartiere ha un senso profondo di appartenenza alla propria terra, la Motta, una comunità che satellita attorno al parco ed alla chiesetta romanica di Sant'Abbondio, posta di fronte; ecco dunque che le signore organizzano il presepe tra i massi del castello, che ci si ritrovi in epifania per la benedizione del bambin Gesù e poi tutti a mangiare gli ossi buchi in una soffitta, che si organizzi una sagra in agosto, o si vada a recitare il rosario nelle sere di Maggio; tutto continua a fluire, il tempo, gli abitanti, le storie, le relazioni. All'interno del parco vi è anche il monumento ai caduti della Seconda Grande Guerra, un'opera marmorea in puro stile razionalista, sobrio e privo di troppo ridicole retoriche, un poetico recinto che racchiude un altare ed un pennone per issare la bandiera durante le cerimonie delle ricorrenze della Repubblica: il monumento è purtroppo vittima di un avanzato degrado, dovuto dell'incuria ed ai pochi, inesistenti fondi che aiuterebbero a mantenerlo al meglio, o perlomeno non pericolante! La comunità della Motta è orgogliosa di presentare il proprio tesoro a coloro che desiderassero conoscerlo, un tesoro che racchiude nei silenzi delle sere d'inverno e nei cicalii estivi, forse piccolo di fronte a tante bellezze della Penisola, ma sicuramente non meno amato.

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Il Parco della Rimembranza, in località Motta di San Bonifacio, racchiude in sé segreti e storie di ogni tempo e genere, segreti che custodisce nel suo silenzio, tra le rovine di un antico maniero e l'albero di Giuda in fiore. Si tratta di un' altura dalla conformazione singolare, in quanto unico rilievo circondato da una distesa pianeggiante che si estende per ettari attorno: l'origine della collina, da cui la denominazione della località, è infatti vulcanica, e questo lo si riscontra anche nelle pietre more incluse nelle costruzioni presenti. Il parco, di forma anulare, si vede racchiuso in una cintura di edifici: ed ecco il secondo grande segreto del luogo, il fatto che anticamente vi sorgesse un castello ed un borgo, dotati di un sistema difensivo a mura concentriche, il cui impianto è ricalcato e traspare nella disposizione delle sobrie facciate di un'edilizia frugale, contadina. Il primo insediamento si rintraccia a partire dal IX secolo, in un piccolo eremo di monaci che fondarono la loro comunità attorno alla chiesetta dedicata a San Bonifacio; con l'accrescersi degli abitanti ed il passare dei secoli apparvero le prime fortificazioni, fino al subentrare sul territorio dei Conti di San Bonifacio, che eressero il vero e proprio castello. Del maniero non possiamo ormai che osservare desolanti rovine: fu raso al suolo dagli Scaligeri, lasciando in piedi solamente una pieve. Rimangono a noi tre imponenti massi, massi fatti di pietre e malta; un luogo morto, penserete voi; tutt'altro! La comunità del quartiere ha un senso profondo di appartenenza alla propria terra, la Motta, una comunità che satellita attorno al parco ed alla chiesetta romanica di Sant'Abbondio, posta di fronte; ecco dunque che le signore organizzano il presepe tra i massi del castello, che ci si ritrovi in epifania per la benedizione del bambin Gesù e poi tutti a mangiare gli ossi buchi in una soffitta, che si organizzi una sagra in agosto, o si vada a recitare il rosario nelle sere di Maggio; tutto continua a fluire, il tempo, gli abitanti, le storie, le relazioni. All'interno del parco vi è anche il monumento ai caduti della Seconda Grande Guerra, un'opera marmorea in puro stile razionalista, sobrio e privo di troppo ridicole retoriche, un poetico recinto che racchiude un altare ed un pennone per issare la bandiera durante le cerimonie delle ricorrenze della Repubblica: il monumento è purtroppo vittima di un avanzato degrado, dovuto dell'incuria ed ai pochi, inesistenti fondi che aiuterebbero a mantenerlo al meglio, o perlomeno non pericolante! La comunità della Motta è orgogliosa di presentare il proprio tesoro a coloro che desiderassero conoscerlo, un tesoro che racchiude nei silenzi delle sere d'inverno e nei cicalii estivi, forse piccolo di fronte a tante bellezze della Penisola, ma sicuramente non meno amato.
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