I Luoghi del Cuore
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SITO PALEOLITICO DI ATELLA

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ATELLA, POTENZA

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SITO PALEOLITICO DI ATELLA
Il sito paleolitico di Atella conserva una successione stratigrafica ricca di informazioni che permette di ricostruire l’evoluzione del territorio atellano e la storia dell’Uomo di circa 600 mila anni fa. In Europa testimonianze archeologiche cosi’ antiche e ben conservate come quelle presenti nel giacimento interessato sono estremamente rare. I sedimenti che si sono accumulati per migliaia di anni sommandosi in uno spessore di circa 5 metri, illustrano un territorio dinamico, in continuo mutamento e molto influenzato dalle attività del vulcano Vulture. Da un ambiente caratterizzato dalla presenza di un lago profondo, si passa, a causa del suo lento prosciugamento, ad un ambiente, in un primo momento più paludoso, per poi lasciare il posto ad una piana alluvionale. Frane, terremoti, arrivi più o meno violenti di prodotti vulcanici sotto forma di tefra, lapilli, ecc. hanno contribuito alla costruzione del paesaggio di 600 mila anni fa, come è testimoniato dai vari livelli di origine vulcanica presenti lungo tutta la sequenza. Archiviati in questi sedimenti, diversi livelli archeologici conservano le tracce, i frammenti di vita, e le memorie tecniche dei nostri più lontani progenitori, i primi gruppi umani che hanno popolato il continente europeo durante il Paleolitico inferiore. Carcasse di vari animali, tra cui Paleoloxodon antiquus, ossia l’antenato pleistocenico dell’attuale elefante africano, circondate da strumenti e da scarti della loro lavorazione, prodotti dagli artigiani dell’epoca, sono i resti riportati alla luce grazie allo scavo archeologico e che ci permettono di partecipare alla ricostruzione del nostro passato profondo. Il sito di Atella offre una finestra temporale su intriganti paesaggi culturali costruiti da gruppi umani di 600 mila anni fa, dandoci la possibilità di osservare direttamente le loro economie, come interagivano con il territorio, le competenze tecniche, i gesti e le attività del loro quotidiano. Oltre al valore archeologico e storico del giacimento di Atella rispetto alla ricostruzione del Paleolitico, lo scavo archeologico in se’, che compie il prossimo anno 30 anni, costituisce un luogo di memorie e di esperienze in cui si sono intrecciate le storie di generazioni di archeologi con quelle dei cittadini di Atella. Per tutti questi motivi ci sembra estremamente importante il valore scientifico, culturale e memoriale di questo eccezionale « documento » del passato.

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Il sito paleolitico di Atella conserva una successione stratigrafica ricca di informazioni che permette di ricostruire l’evoluzione del territorio atellano e la storia dell’Uomo di circa 600 mila anni fa. In Europa testimonianze archeologiche cosi’ antiche e ben conservate come quelle presenti nel giacimento interessato sono estremamente rare. I sedimenti che si sono accumulati per migliaia di anni sommandosi in uno spessore di circa 5 metri, illustrano un territorio dinamico, in continuo mutamento e molto influenzato dalle attività del vulcano Vulture. Da un ambiente caratterizzato dalla presenza di un lago profondo, si passa, a causa del suo lento prosciugamento, ad un ambiente, in un primo momento più paludoso, per poi lasciare il posto ad una piana alluvionale. Frane, terremoti, arrivi più o meno violenti di prodotti vulcanici sotto forma di tefra, lapilli, ecc. hanno contribuito alla costruzione del paesaggio di 600 mila anni fa, come è testimoniato dai vari livelli di origine vulcanica presenti lungo tutta la sequenza. Archiviati in questi sedimenti, diversi livelli archeologici conservano le tracce, i frammenti di vita, e le memorie tecniche dei nostri più lontani progenitori, i primi gruppi umani che hanno popolato il continente europeo durante il Paleolitico inferiore. Carcasse di vari animali, tra cui Paleoloxodon antiquus, ossia l’antenato pleistocenico dell’attuale elefante africano, circondate da strumenti e da scarti della loro lavorazione, prodotti dagli artigiani dell’epoca, sono i resti riportati alla luce grazie allo scavo archeologico e che ci permettono di partecipare alla ricostruzione del nostro passato profondo. Il sito di Atella offre una finestra temporale su intriganti paesaggi culturali costruiti da gruppi umani di 600 mila anni fa, dandoci la possibilità di osservare direttamente le loro economie, come interagivano con il territorio, le competenze tecniche, i gesti e le attività del loro quotidiano. Oltre al valore archeologico e storico del giacimento di Atella rispetto alla ricostruzione del Paleolitico, lo scavo archeologico in se’, che compie il prossimo anno 30 anni, costituisce un luogo di memorie e di esperienze in cui si sono intrecciate le storie di generazioni di archeologi con quelle dei cittadini di Atella. Per tutti questi motivi ci sembra estremamente importante il valore scientifico, culturale e memoriale di questo eccezionale « documento » del passato.
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