La campagna nazionale del FAI, I Luoghi del Cuore, è partita il 6 maggio con la X edizione, in un clima sociale delicato, reso più fragile dall’emergenza sanitaria che ci ha costretto a vivere chiusi, talora isolati, ma sempre in compagnia delle nostre emozioni, dei nostri ricordi. Chi fra noi non ha un luogo particolarmente caro? Chi fra noi non ha una parte di vita legata ad un luogo, che al solo pensiero sente balzare in petto il cuore? Quanti poeti e scrittori nella letteratura mondiale hanno immortalato piazze, giardini, fonti, chiese, palazzi, celebrandone la bellezza e spingendo generazioni di visitatori alla loro scoperta, desiderosi di condividere, anche solo in minima parte, l’emozione di chi li ha vissuti e raccontati? Ma una fra le più importanti mission del FAI è proprio questa: accendere una luce, “risvegliare dall’oblio” luoghi e monumenti che appartengono alla memoria collettiva, che rappresentano e talora caratterizzano la peculiarità di un territorio, la sua natura, la sua vocazione, la sua storia.
La Delegazione FAI di Portogruaro con il Gruppo Giovani ha scelto di candidare Ca’ Soranzo Luogo del Cuore 2020, un’antica villa del secolo XVII, che con orgogliosa e rustica baldanza ha attraversato il tempo, le mode, le trasformazioni sociali e politiche, ha conosciuto la cura e il rispetto di proprietari attenti e l’offesa di chi voleva “modernizzarla”. Passandole davanti, è impossibile ignorarla sia per la sua imponenza sia per il fascino agèe che appare diverso secondo la luce del giorno e delle stagioni; innumerevoli gli sguardi che ha raccolto, le fotografie a cui non ha potuto sottrarsi, i sogni di romantiche ragazze che hanno immaginato storie d’amore segrete dentro quelle stanze. Villa Soranzo ci appartiene, dobbiamo sostenerla, farla diventare un luogo di incontro, di studio, di ricreazione intellettuale, insomma un centro di vita vitale!
Eccone una breve carta d’identità:
Lungo la strada provinciale che da Portogruaro porta a Concordia Sagittaria è situato il complesso di Villa Soranzo, sull’argine destro del fiume Lemene il quale, per secoli, costituì la principale via di scambio, in territorio friulano, tra la Serenissima Repubblica e la Germania. La riva di un’arteria d’acqua d’importanza strategica costituiva il luogo più adatto per la collocazione di un complesso produttivo che godeva così dei vantaggi offerti dalla rapida e comoda accessibilità a Venezia. Proprietario di una casa dominicale ubicata in questo luogo risulta essere, nel XVII secolo, Tommaso Soranzo il quale, proprio in quegli anni, diede probabilmente avvio ai lavori di costruzione di una vera e propria villa. Il complesso si compone della casa dominicale e di una cappella le quali sorgono, una discosta dall’altra, affacciate al corso d’acqua; sul retro della residenza perpendicolarmente ad essa, si trova un vasto nucleo d’annessi, composto da più edifici addossati gli uni agli altri. Il nucleo originario dell’edificio principale, di tipico impianto veneziano, è stato più volte ingrandito e modificato, come si vede dall’affastellarsi di stanze e di camini in particolar modo sul fianco sud verso la cappella. La facciata verso il Lemene, già frutto di una sommaria operazione settecentesca volta a riorganizzare dei nuclei più antichi e disomogenei, appare asimmetrica proprio a causa di un’aggiunta apportata al fianco nord. Tuttavia è ancora ben distinguibile la porzione di facciata originaria, organizzata in modo tradizionale con la trifora d’archi a tutto sesto e balaustrata aggettante in pietra a denunciare il salone passante del piano nobile, detto anche “portego”, in corrispondenza del quale al piano terra, si apre un grande portale ad arco ribassato con un mascherone in chiave. La facciata si conclude con un timpano dalla cornice a modiglioni un tempo sull’asse di simmetria del prospetto; al centro del frontone campeggia lo stemma in pietra della famiglia Soranzo, tra le più influenti famiglie della Repubblica di Venezia.