I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
NECROPOLI SANNITE-C/DA SANT'ELIA

NECROPOLI SANNITE-C/DA SANT'ELIA

CASALBORE, AVELLINO

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NECROPOLI SANNITE-C/DA SANT'ELIA
Fig. 9 Casalbore, loc. Sant’Elia: probabile area di necropoli Alessandro Naso (ed.) TUMULI E SEPOLTURE MONUMENTALI NELLA PROTOSTORIA EUROPEA Atti del convegno internazionale Celano, 21-24 settembre 2000 Certo è che ad est di Benevento, nell’alta Irpinia, in un’area compresa in età storica tra le estreme propaggini del territorio pentro e di quello irpino, abbiamo sin dagli inizi dell’età arcaica sicure attestazioni dell’esistenza di monumentali sepolture a tumulo, quantunque differenti nella loro struttura da quelle benevento . I dati più interessanti riguardano Casalbore, centro posto sulla sponda destra del fiume Miscano, oggetto di ricerche e indagini archeologiche effettuate, a partire dalla fine degli anni Settanta, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento, soprattutto ad opera di W. Johannowsky. Come è noto66, i risultati di tali ricerche, ancorché provvisori e solo in parte editi, hanno fornito importanti indicazioni circa l’ubicazione e la consistenza di abitato, necropoli e luoghi di culto della zona in epoca preromana e hanno consentito di appurare la fioritura del centro già in età arcaica. Come nel caso di Alfedena, tale fioritura andrà con ogni probabilità in primo luogo connessa all’azione di controllo delle vie di comunicazione 67 e all’esercizio di forme economiche di »prelievo« forzoso o di »pedaggio«68 svolte dalle popolazioni del luogo, in primis dai membri di quelle élites locali, che tendono ad autorappresentarsi come guerriere. A monte del tratturo Pescasseroli-Candela e del paese moderno, le indagini archeologiche hanno portato a individuare una vasta area di necropoli (fig. 9), che si estende su un altopiano che va dalla loc. gli Spineti sino alla loc. la Guardia e oltre. Le numerose sepolture qui rinvenute si datano per lo più tra gli inizi del VI e la metà del V sec. a. C., ma documentano in ogni modo una continuità di uso della necropoli dalla fine del VII sino a tutto il IV secolo69. Le tombe sono generalmente del tipo a semplice fossa terragna, ma tra esse spicca un nucleo di sepolture di carattere monumentale 70. Per quanto riguarda queste ultime, sembra di poter dire, sulla base dei dati editi da W. Johannowsky 71, che si tratti di tumuli di pietrame locale, destinati a sepolture multiple 72, che presentano un limitato diametro (per lo più intorno ai 5-6m) e risultano privi di crepidine o di altra struttura litica perimetrale di base; in qualche caso, essi parrebbero avere dimensioni maggiori, sino a un massimo di 18m di diametro e di circa 3 m in altezza. Pochi dubbi sembrerebbero esserci sul fatto che tali tumuli vadano riferiti a quei membri delle élites locali di cui sopra si diceva: lo dimostrano, ovviamente, la monumentalità e la visibilità del sepolcro, il maggior impegno richiesto per la sua costruzione, e, soprattutto, i dati relativi ai corredi funerari, che bene evidenziano i segni di uno status sociale privilegiato dei defunti, specie se raffrontati a quelli delle coeve sepolture in semplici fosse 73. Per le loro caratteristiche strutturali, i tumuli di pietrame di Casalbore rimangono al momento essenzialmente senza confronti in area campano-sannitica 74, pur tenendo presenti le testimonianze beneventane poc’anzi esaminate. Al di là degli inevitabili confronti con l’area medio-adriatica e picena 75 o di richiami ad attestazioni di area laziale, certo di ben altro impegno76, appare forse, come del resto accennato dallo stesso Johannowsky 77, più pertinente un riferimento a più antiche o coeve esperienze dell’Italia meridionale 78, pure contrassegnate da coperture a tumulo di pietrame, con crepidine o senza.

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Fig. 9 Casalbore, loc. Sant’Elia: probabile area di necropoli Alessandro Naso (ed.) TUMULI E SEPOLTURE MONUMENTALI NELLA PROTOSTORIA EUROPEA Atti del convegno internazionale Celano, 21-24 settembre 2000 Certo è che ad est di Benevento, nell’alta Irpinia, in un’area compresa in età storica tra le estreme propaggini del territorio pentro e di quello irpino, abbiamo sin dagli inizi dell’età arcaica sicure attestazioni dell’esistenza di monumentali sepolture a tumulo, quantunque differenti nella loro struttura da quelle benevento . I dati più interessanti riguardano Casalbore, centro posto sulla sponda destra del fiume Miscano, oggetto di ricerche e indagini archeologiche effettuate, a partire dalla fine degli anni Settanta, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento, soprattutto ad opera di W. Johannowsky. Come è noto66, i risultati di tali ricerche, ancorché provvisori e solo in parte editi, hanno fornito importanti indicazioni circa l’ubicazione e la consistenza di abitato, necropoli e luoghi di culto della zona in epoca preromana e hanno consentito di appurare la fioritura del centro già in età arcaica. Come nel caso di Alfedena, tale fioritura andrà con ogni probabilità in primo luogo connessa all’azione di controllo delle vie di comunicazione 67 e all’esercizio di forme economiche di »prelievo« forzoso o di »pedaggio«68 svolte dalle popolazioni del luogo, in primis dai membri di quelle élites locali, che tendono ad autorappresentarsi come guerriere. A monte del tratturo Pescasseroli-Candela e del paese moderno, le indagini archeologiche hanno portato a individuare una vasta area di necropoli (fig. 9), che si estende su un altopiano che va dalla loc. gli Spineti sino alla loc. la Guardia e oltre. Le numerose sepolture qui rinvenute si datano per lo più tra gli inizi del VI e la metà del V sec. a. C., ma documentano in ogni modo una continuità di uso della necropoli dalla fine del VII sino a tutto il IV secolo69. Le tombe sono generalmente del tipo a semplice fossa terragna, ma tra esse spicca un nucleo di sepolture di carattere monumentale 70. Per quanto riguarda queste ultime, sembra di poter dire, sulla base dei dati editi da W. Johannowsky 71, che si tratti di tumuli di pietrame locale, destinati a sepolture multiple 72, che presentano un limitato diametro (per lo più intorno ai 5-6m) e risultano privi di crepidine o di altra struttura litica perimetrale di base; in qualche caso, essi parrebbero avere dimensioni maggiori, sino a un massimo di 18m di diametro e di circa 3 m in altezza. Pochi dubbi sembrerebbero esserci sul fatto che tali tumuli vadano riferiti a quei membri delle élites locali di cui sopra si diceva: lo dimostrano, ovviamente, la monumentalità e la visibilità del sepolcro, il maggior impegno richiesto per la sua costruzione, e, soprattutto, i dati relativi ai corredi funerari, che bene evidenziano i segni di uno status sociale privilegiato dei defunti, specie se raffrontati a quelli delle coeve sepolture in semplici fosse 73. Per le loro caratteristiche strutturali, i tumuli di pietrame di Casalbore rimangono al momento essenzialmente senza confronti in area campano-sannitica 74, pur tenendo presenti le testimonianze beneventane poc’anzi esaminate. Al di là degli inevitabili confronti con l’area medio-adriatica e picena 75 o di richiami ad attestazioni di area laziale, certo di ben altro impegno76, appare forse, come del resto accennato dallo stesso Johannowsky 77, più pertinente un riferimento a più antiche o coeve esperienze dell’Italia meridionale 78, pure contrassegnate da coperture a tumulo di pietrame, con crepidine o senza.
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