In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
L'edificio di culto è collocato sul pianoro posto al termine della strada storica che collega Pradalunga alla zona dove si trovavano le cinque cave di pietra coti. Sul lato sinistro dell'edificio vi è il porticato e l'ampio sagrato esterno che domina la vallata sottostante regalando un panorama mozzafiato sulla valle. Ci troviamo in un ambiente prettamente montano contraddistinto da boschi, ma soprattutto da castagneti secolari coltivati dalla popolazione locale per il suo sostentamento.
Il santuario dedicato alla Madonna, edificato dagli abitanti di Pradalunga dopo la peste del 1630, assunse la denominazione "della neve" a seguito della visione della Vergine da parte dei minatori, che le erano particolarmente devoti. Inaugurato nel 1640 venne riccamente decorato dopo l'ampliamento eseguito tra il 1910 e il 1915. La torre campanaria fu innalzata nel 1959. La strada costruita nel 1962 ha solo parzialmente intaccato l'isolamento garantito fino ad allora dall'accesso con due mulattiere.
L'interno è a unica navata divisa in tre campate voltate a botte con il presbiterio a crociera. Tutte le pareti della chiesa sono affrescate con sfarzo e ricoperte di immagini sacre soprattutto femminili. La brillantezza degli affreschi e la loro qualità cromatica contrastano con l'austerità dell'esterno dell'edificio, ampliato secondo il progetto dell'arch. Elia Fornoni. Il santuario conserva numerosi ex voto collegati al lavoro nelle cave, di autori quali Emilio Nembrini.
L'apertura del Santuario è affidata alla disponibilità di volontari del luogo: solitamente visitabile nel mese di agosto, e qualche volta in estate, è chiuso dall'autunno alla primavera inoltrata. Le Giornate FAI di Primavera diventano l'occasione sia per visitare gli interni sfarzosi e luminosi del Santuario, sia per collegarlo alla sua primaria funzione devozionale. I tre luoghi di visita di Pradalunga sono saldamente interconnessi fra loro: il duro lavoro di cavatura delle pietre coti, l'impegnativa coltivazione e raccolta delle castagne sono emblemi di un'economia povera che richiedeva grandi fatiche ed esponeva a rischi maggiori. Il Santuario testimonia e raccoglie la devozione popolare e la necessità di credere e affidarsi alla fede conducendo una vita sempre e comunque dignitosa, soprattutto nei comportamenti. Il grande numero di ex voto e la loro qualità testimonia lo stretto legame che per secoli ha unito questo luogo alla sua comunità.
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