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Situata accanto a via Veneto, nell'ottocentesco quartiere Boncompagni-Ludovisi, villa Maraini sorge all'interno dello scomparso parco della villa Ludovisi, luogo ricordato per la bellezza delle statue antiche profuse lungo i viali di lecci e allori, celebrato da eccelsi artisti come Goethe, Eliot, James. La rimpianta villa nasceva nel Seicento sul versante meridionale del Collis Hortulorum, come venne definito il Pincio, dove Lucullo e Sallustio vollero costruire le loro grandiose ville.
Fu nel 1902 che Emilio Maraini acquistò l'unico lotto libero del quartiere Boncompagni-Ludovisi, nato dalla distruzione dello storico parco di Villa Ludovisi, una delle vittime della febbre edilizia dell'Italia postunitaria, sul quale sarebbe sorto un intero quartiere residenziale. L'imprenditore affidò al fratello, l'architetto Otto Maraini, l'incarico di progettare la sua residenza romana. La villa è rimasta inalterata nel tempo grazie alla donazione allo Stato Elvetico da parte di Carolina Maraini Sommaruga e oggi ospita, dal 1947, l'Istituto Svizzero di Roma, che, oltre ad organizzare mostre di arte contemporanea, laboratori culturali, spettacoli, concerti e conferenze, permette ogni anno a ricercatori, artisti e curatori di soggiornare e formarsi all'interno della Capitale.
Terminata nel 1905, la villa si caratterizzò per la modernità dell'impostazione planimetrica, solenne ma al contempo funzionale nel rispetto degli standard abitativi dell'alta borghesia, sul modello delle case di campagna inglesi. La villa è in grado di dialogare con il giardino e con il paesaggio, permettendo alla luce di invadere gli ambienti e di creare un'atmosfera intima ed elegante, valorizzando la ricchezza degli arredi e delle soluzioni distributive interne. All'esterno l'architetto, adottando interessanti soluzioni tecnologiche all'avanguardia, è riuscito a innalzare un edificio in cui la tradizione romana legata al Barocco si fonde con quella tipicamente italiana legata al tardo Rinascimento, dando vita ad un linguaggio, molto apprezzato al tempo, volto alla nascita di un nuovo stile nazionale. Inserita nel contesto urbano ma isolato da esso grazie al giardino e alla sua posizione sopraelevata, la villa si distacca nettamente dai ripetitivi fabbricati del quartiere, ricalcando la tradizione delle antiche ville romane che qui si estendevano e instaurando un dialogo con il vicino Casino dell'Aurora.
La visita ci permetterà di conoscere, attraversando venti secoli di storia, il contesto urbano in cui sorge la villa, immergendoci nel bellissimo e sopraelevato giardino, amato dal committente, che la caratterizza. Entreremo al piano nobile per percorrerne i saloni, oggi privi degli arredi originari, ma abbelliti da marmi, stucchi, pavimenti di primo Novecento e dal grande dipinto della volta del salone da ballo, ammirando un'esposizione di arte contemporanea appena inaugurata. Saliti al piano superiore tramite il luminoso scalone, incontreremo il ritratto a figura intera di Carolina Maraini Sommaruga, realizzato nel 1901 dal celebre ritrattista Vittorio Corcos, evocativo sia della padrona ci casa, che dello spirito del tempo. Lungo il percorso, che si concluderà sulla terrazza dell'edificio, appena tre metri sotto l'altezza del "Cupolone" di San Pietro e con un'impareggiabile vista su Roma, si attraverseranno gli spazi abitati dagli artisti e dai ricercatori residenti, testimonianza della vocazione culturale della villa.
Volontari FAI