In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Il rifugio antiaereo di discesa Bellavista è uno dei tanti rifugi pubblici interrati che, durante la seconda guerra mondiale, offrivano sicurezza ai cittadini durante i bombardamenti aerei tedeschi. Il suo accesso principale è visibile nella scarpata a fianco della discesa Bellavista, una semplice porta in ferro fra i cespugli, chiusa da lucchetti, che si ritrova identica poco più a monte, dove si apre il secondo accesso allo stesso rifugio.
Questo rifugio è stato progettato dall'ing. Cesare Vinaj, ingegnere Capo dell'Ufficio Tecnico Comunale di Cuneo dal 1922 al 1960. Negli anni della 2° Guerra Mondiale, Cuneo fu bombardata numerose volte dagli aerei alleati e fu proprio Vinaj il responsabile della costruzione dei rifugi pubblici anti bomba. Due di questi vennero costruiti in cemento armato nelle scarpate verso i due fiumi che circondano la città, Gesso e Stura. Ognuno di essi poteva ospitare 1000 persone.
Il rifugio anti aereo è costituito da un semplice tunnel rettilineo con volta curva, realizzato in cemento armato ad una decina di metri al di sotto di viale Kennedy. Ad esso si accede da due tunnel di sezione ridotta, posti ortogonalmente al suo asse, sfocianti nella scarpata laterale alla discesa Bellavista, con una semplice porta metallica nascosta dalla vegetazione. L'aerazione naturale era assicurata da camini di ventilazione che sfociavano fra i cespugli della riva. Al suo interno era previsto anche un piccolo locale per i servizi, costituiti da semplici latrine. Non era prevista illuminazione elettrica. Erano invece probabilmente presenti alcune panche in legno, unico arredo del luogo
L'apertura nelle Giornate FAI prevede l'ingresso alla parte iniziale del rifugio, mai aperto al pubblico. La scarsa illuminazione e le sue condizioni di manutenzione suggeriscono l'utilizzo di caschetti di sicurezza (forniti) e una particolare attenzione al percorso che presenta una pavimentazione in terra battuta disconnessa. Al suo interno sarà creato un suggestivo allestimento per rievocare ciò che questo luogo ha rappresentato per chi qui ha trovato rifugio. In quei tempi i ritmi dei cuneesi erano sempre scanditi dal suono ripetuto delle sirene d'allarme e del conseguente terrore di questa emergenza. La gente correva così nei rifugi interrati ricavati sotto gli edifici più importanti, nelle cantine dei palazzi privati o nelle scarpate laterali alla città. Qui trascorrevano molte ore, in preda al panico e alla fame.
ATTIVITA’ COLLATERALI
Visite a cura di:Volontari FAI Cuneo e Apprendisti Ciceroni Liceo “Pellico e Peano”, Liceo “Ego Bianchi”, Liceo “De Amicis”.