Giornate FAI di Primavera
Sabato 23 e domenica 24 marzo 2024
VISITA AL CAMPANILE DELLA CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA

VISITA AL CAMPANILE DELLA CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA

GISSI, CHIETI

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La chiesa di Santa Maria Assunta è situata nel centro storico di Gissi, la si raggiunge percorrendo via Salita Castello oppure attraverso una caratteristica scalinata che si snoda verso la parte più alta del paese, dove sorge in posizione dominante anche l'alta torre campanaria in pietra, che con la sua mole e la sua base quadrata ci riporta alla sua primitiva funzione difensiva e di avvistamento delle incursioni Saracene che saccheggiavano le contrade limitrofe. L'aspetto attuale della chiesa è il risultato di numerosi rimaneggiamenti che si sono susseguiti nel tempo.

La chiesa sorge, con molta probabilità, sui resti di un'antica pieve, citata nelle memorie di una visita pastorale del 1496 e fatta risalire al IV-VII sec. d.C. Nel 1115 fu sottoposta alla giurisdizione del vescovo di Chieti.Il suo nucleo originario, riferibile ad una costruzione antecedente il 1568, era costituito da un'aula unica a pianta rettangolare, di tipo basilicale. Nel 1742, l'ingegnere regio Biagio De Lellis descrive il monumento con un impianto a tre navate, coperto a volte.La configurazione attuale venne realizzata nel 1763, come attesta un'iscrizione incisa sulla porta dell'attuale sacrestia. Nel corso del XVIII-XIX secolo fu sottoposto ad ulteriori interventi e trasformazioni, mentre il campanile, realizzato in blocchi di pietra calcarea fu ristrutturato nel XVIII-XIX secolo.

La facciata principale, un tempo in pietra, presenta un paramento in mattoni rossi faccia vista, realizzato negli anni 50 del XX secolo insieme al portone e ai rosoni in calcestruzzo. Le facciate laterali sono rimaste in pietra, come il campanile. Quest'ultimo, alto più di trenta metri e costruito con conci di pietra calcarea, è diviso in tre registri da cornici marcapiano, l'ultima delle quali costituisce la base della cella campanaria, alla quale si accede mediante una suggestiva scala a chiocciola, illuminata dalle feritoie. L'interno della chiesa presenta un'ampia navata centrale coperta a solaio e due navate laterali a tre campate coperte con volte a vela, lungo le quali si aprono otto cappelle. Le cappelle dell'Immacolata e del Sacro Cuore e l'attuale sacrestia sono state realizzate nel ‘700. Sopra la porta d'ingresso, in una cantoria in muratura sorretta da colonne, è collocato il pregevole organo ligneo di fine ‘600, con una "facciata" tripartita in campate divise da quattro colonne dorate, riccamente decorate con motivi floreali e sormontate da capitelli ionici. La sacrestia custodisce una preziosa acquasantiera da parete, realizzata in pietra arenaria e risalente alla fine del ‘600.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

I visitatori saranno accolti davanti la chiesa e accompagnati dagli Apprendisti Ciceroni dell'Istituto Omnicomprensivo "G. Spataro" alla conoscenza del monumento religioso. Qui, gli iscritti al FAI, divisi in piccoli gruppi (massimo 4 persone) potranno effettuare la salita sul campanile, eccezionalmente aperto al pubblico. Si raggiungerà la cella campanaria attraverso una stretta scalinata a chiocciola, costituita da gradini in marna, una roccia argillosa di colore grigiastro. A metà salita, all'interno del vano cilindrico intorno al quale ruota la scala, sarà possibile osservare gli ingranaggi del vecchio orologio del 1764. Giunti alla cella campanaria ci si ritroverà al cospetto delle tre campane in bronzo, due delle quali vennero rifuse a Gissi da artigiani della fonderia Marinelli di Agnone, dopo essere state danneggiate da un bombardamento durante la II Guerra mondiale. La fatica della salita sarà, infine, ampiamente ricompensata dalla possibilità di ammirare, dal punto più alto di Gissi e a 360°, il bellissimo panorama circostante che spazia dal mare alle montagne.

Testo scritto da Delegazione FAI di Vasto

Visite a cura di

Apprendisti Ciceroni dell'Istituto Omnicomprensivo "G. Spataro"; Volontari FAI; Confraternita di Santa Maria Assunta e San Bernardino.

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