Giornate FAI di Primavera

Sabato 23 e domenica 24 marzo 2024

In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Il termine latino Gypsum, che ha dato il nome al borgo, indica la conformazione geologica del colle su cui sorge Gissi, costituito da selenite gessosa. Questo elemento ha rappresentato per secoli la principale risorsa economica del luogo poiché ha fornito la materia prima per la costruzione di dimore private, mura ed edifici pubblici e religiosi e ha offerto, nel contempo, anche un'opportunità di lavoro. Il borgo è stato costruito interamente in selenite gessosa e ciò che lo rende unico è la sua continuità insediativa: il 50% della popolazione vive ancora, infatti, in case fatte con il gesso.

Il borgo è stato definito il "Cristallo d'Abruzzo" perché la selenite ha la proprietà di riflettere la luce. Si racconta, a proposito, che il luccichio dei conci di selenite, nome che deriva dalla dea greca Selene, personificazione della Luna, rendeva visibile anche da molto lontano l'antico castello di Gissi, soprattutto nelle giornate assolate e nelle notti serene, creando un'atmosfera magica e suggestiva. Una volta, l'estrazione del materiale avveniva mediante cunei di legno conficcati nelle spaccature naturali della roccia e la squadratura dei blocchi ad opera di scalpellini specializzati. Le pietre di minori dimensioni venivano collocate nella carcara, la fornace dove, con una cottura da 6 a 12 ore, il minerale si disidratava e poi, sottoposto a battitura, veniva ridotto in polvere.

A Gissi, l'Associazione Culturale "Lupi del Gesso", rappresentata da Antonio Ottaviano, da diversi anni si sta occupando di valorizzare il potenziale storico-architettonico ed etnoantropologico che l'utilizzo del gesso nel corso dei secoli ha conferito al borgo. L'obiettivo è quello di recuperare e conservare le antiche case in gesso, di riportare alla luce le murature originarie eliminando gli intonaci inappropriati che le ricoprono, di rivalutare gli innumerevoli ambienti ipogei, scavati nel banco di gesso e presenti sotto la maggior parte delle abitazioni, proponendone l'uso anche come luoghi di stagionatura di insaccati o come locali di affinamento dei vini. Nel territorio di Gissi, che si trova all'interno di un Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.), sono state recentemente rinvenute importanti cavità, apertesi naturalmente nel banco gessoso, tra cui la "Grotta del Lupo" o "di Ottaviano" (dal nome di Antonio Ottaviano, suo scopritore), al cui interno è insediata una colonia di pipistrelli tra le più grandi d'Italia e la seconda in Abruzzo per numero di esemplari e di specie identificate. L'area ha recentemente acquisito il titolo di Zona Speciale di Conservazione.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Il percorso avrà inizio dal banchetto FAI in Largo La Porta e si snoderà per le vie del centro storico, tra case, cantine e belvedere panoramici, con accessi in diverse proprietà private. Sarà l'occasione per scoprire una Gissi ancora sconosciuta, caratterizzata da abitazioni costruite interamente con conci di gesso e dotate di ambienti ipogei scavati nel banco di roccia. Per certi versi, si parteciperà a una "caccia al tesoro" poiché le antiche murature sono spesso occultate da intonaci moderni. Ci si ritroverà, pertanto, a scoprire, dietro la porta in lamiera di una casa apparentemente moderna, un inaspettato ambiente ipogeo con archi ogivali e resti di altre strutture medievali, riconducibili all'antico castello fortificato di Gissi. Si accederà in affascinanti antri scavati nel gesso, utilizzati come rimesse o luoghi di conservazione di derrate alimentari, e si avrà il piacere di incontrare lungo il percorso l'allestimento di antichi mestieri. Fate attenzione, però, potreste rischiare di imbattervi nei briganti: ci hanno raccontato che si nascondono ancora da queste parti!