In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Il santuario della Madonna di Loreto, sorto a Chiavenna nel 1618, è uno dei primi con questa dedicazione in Lombardia, e si rifà alla Santa Casa di Loreto presso Recanati. Fu il 12 marzo 1618 che la vicinanza di Dragonera, che poi si chiamerà Loreto, decise di costruire una chiesetta sul pendio a vigneto delle Alpi Retiche. Il 27 seguente l'arciprete Giovan Pietro Paravicini pose la prima pietra e il 5 luglio benedisse la chiesetta, dopo averle donato la statua in legno intagliato e dipinto eseguita a Milano. L'edificio originario ha le stesse dimensioni della Santa Casa.
Erano tempi difficili per la Valchiavenna, infatti il 4 settembre di quello stesso anno una frana del monte seppellì il centro di Piuro, pochi chilometri più a est, con il suo migliaio di abitanti. Tuttavia la generosità di privati permise l'ampliamento della chiesa originaria, con l'aggiunta nel 1625 di una cappella a destra. Una decina di anni dopo un'altra cappella simmetrica affiancava quest'ultima. Una scalinata centrale saliva in facciata. Fino alla fine del secolo si lavorò ad allungare le due cappelle laterali e ad aggiungere una nuova area davanti alla Santa Casa, chiudendo l'area con una facciata dotata di tre porte. Sulla sinistra si innalzò uno snello campanile, che fu accompagnato da un altro simmetrico solo nella seconda metà del secolo seguente.
Nella Santa Casa, dove si notano ancora oggi i pollici delle porte che la chiudevano quando non era inglobata in una chiesa più ampia, l'altare attuale in radica di noce, che ospita nella nicchia la statua seicentesca della Madonna con bambino, è opera di fine seicento di frate Giuseppe da Molteno e arrivò qui dalla chiesa di San Giuseppe, annessa al convento dei Cappuccini di Chiavenna. Un altro altare è addossato all'esterno della parete di chiusura della Santa Casa con un grande olio su tela, raffigurante l'Annunciazione, opera di Giacomo Guglielmetti di Mendrisio (1716). Allo stesso autore si devono le 16 tele con episodi della vita della Madonna, commissionate da varie famiglie del luogo e oggi appese lungo le pareti della chiesa esteriore. L'altare attuale in marmo fu eseguito nel 1797 da Gabriele Longhi di Viggiù, mentre la balaustra che delimita il rettangolo del presbiterio e il suo pavimento si devono a Pietro Pirelli di Varenna (1892).
L'apertura nelle Giornate FAI permette la scoperta di questi ambienti solitamente chiusi al pubblico, dando quindi la possibilità a visitatori esterni ma anche agli stessi abitanti di Chiavenna di riavvicinarsi a un importante luogo della cultura del territorio.
Apprendisti Ciceroni Istituto di Istruzione Superiore "Leonardo Da Vinci" Chiavenna